Bonamico: “La mia azienda e i Vigili del Fuoco non c’entrano nulla con le beghe politiche”
Arriva pronta e piccata la risposta del comandante dei Vigili del Fuoco di Arco Stefano Bonamico alla interrogazione presentata in Consiglio provinciale da parte del Gruppo consiliare “Onda Civica Trentino”. La questione riguarda gli incarichi professionali del comandante che, sostiene Filippo Degasperi per Onda Civica, sarebbero in collisione con il suo incarico in seno al Corpo.
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“È evidente che mi lascia basito – scrive Stefano Bonamico – apprendere che un Consigliere provinciale, in un periodo particolarmente critico come questo, abbia il tempo di dedicare a me questo livello di attenzione. Lascia anche perplessi la modalità con cui è stata condotta questa “indagine” così approfondita, senza la ricerca di un confronto: qualora il Consigliere avesse ritenuto vi fossero punti oscuri da chiarire avrebbe benissimo potuto interpellarmi direttamente, vista la mia costante disponibilità a fornire sempre tutti i riscontri richiesti.
Devo dire di essere molto dispiaciuto ed amareggiato per come siano stati rappresentati i fatti, soprattutto perché la modalità con cui vengono descritti, che evoca un velo di mistero che insinua il dubbio in chi legge della presenza di irregolarità, tende a rappresentare i fatti in modo non corrispondente alla realtà che caratterizza l’operato delle attività che dirigo insieme alle persone che collaborano con me. Sia nella mia attività professionale che nel Corpo non assumo decisioni in autonomia, ma le stesse sono oggetto di valutazione da parte degli organi competenti.
Le procedure di assegnazioni degli incarichi sono pubbliche, le informazioni sono disponibili nei siti web delle istituzioni nelle sezioni di Amministrazione trasparente, dove del resto sono state recuperate le informazioni.
Per quello che riguarda la mia rapidissima esperienza politica avvenuta nel 2014 è che si è trattato di una bella esperienza ma che si è chiusa poco dopo. Infatti non ho più partecipato a incontri, comitati o riunioni e quindi rimando al mittente con forza ogni riferimento a questa esperienza, soprattutto dopo oltre sei anni”.
Bonamico chiarisce ora il ruolo della sua azienda.
“Il mio ruolo di direttore tecnico e socio l’azienda della quale faccio parte mi mette nella condizione di dover tutelare l’immagine dello studio in tutte le sedi opportune, soprattutto perché in azienda lavorano dipendenti che nulla hanno a che vedere con le beghe politiche locali nelle quali personalmente non voglio entrare, ma che invece tentano di coinvolgermi.
L’attività che svolgiamo – prosegue – avviene prevalentemente in Trentino-Alto Adige e Veneto e che la dimensione del volume d’affari rende ridicolo il tentativo di “volermi utilizzare” per scopi diversi da quelli indicati nel documento. Se si leggono con attenzione i dati riportati, riconducibili ad una quota dello 2,8% del fatturato degli ultimi 5 anni, questa considerazione appare ancora più evidente, considerando anche il fatto che nell’importo indicato sono state incluse anche attività che nulla hanno a che vedere con aziende che hanno sede nel Comune di Arco.
Se invece lo scopo è quello di sostenere che chi ricopre ruoli apicali in associazioni di volontariato, senza alcun compenso o altre forme di rimborso, non abbia il diritto di svolgere attività imprenditoriale con clienti locali è uno spregio del diritto alla libera iniziativa economica. In tal caso, sarebbe necessario rivedere interamente l’assetto del volontariato così come lo conosciamo. In Trentino ci sono infatti persone che, a prescindere dal lavoro che svolgono quotidianamente, sia esso come dipendente pubblico o privato, come libero professionista o imprenditore, donano il proprio tempo alla collettività.
Le nostre attività di consulenza avvengono prevalentemente a beneficio di aziende private. Il nostro studio di consulenza presenta un trend di crescita consolidata non per i contratti pubblici, che rappresentano una percentuale con incidenza irrisoria sul volume d’affari, ma grazie all’impegno, alla professionalità e alla dedizione dei soci e di tutti i nostri collaboratori”.
Il gruppo consigliare se la prende, e non se ne capisce il motivo, anche con l’incarico presso i Vigili del Fuoco rivestito da Bonamico.
“Per quanto riguarda invece la questione Vigili del Fuoco volontari – scrive il comandante – mi preme precisare che il grado di Comandante non viene assegnato dal Sindaco, come pare sottintendere il Consigliere, ma bensì dalla votazione del Corpo e dai suoi aventi diritto di voto. Nel mio caso, l’elezione del 2015 e la recentissima rielezione di agosto 2020, sono avvenute quasi all’unanimità. Dedico giornalmente e gratuitamente alla città di Arco una buona parte del mio tempo, sottraendolo spesso alla mia vita privata e professionale, tutto senza mai chiedere un euro di rimborso o altro. Anzi, se devo essere sincero, lo studio professionale che rappresento, come tante altre attività del territorio, è sempre stato un donatore del Corpo anche prima della mia elezione. Per essere puntuale, da inizio anno sono intervenuto su 117 interventi di soccorso per un totale di 304 ore gratuite, oltre a queste vanno sommate le ore dedicate per riunioni, per la gestione del Corpo e dei suoi vigili e per supportare nella gestione della terribile pandemia che sta mettendo in ginocchio l’intera popolazione.
Se questo a qualcuno non dovesse andare bene non so davvero cosa farci, ma gli consiglio di rimboccarsi le maniche e di donare il suo tempo al volontariato per poter comprendere quali sacrifici siano necessari per poter portare avanti seriamente istituzioni essenziali per la comunità.
Voglio ringraziare – conclude Stefano Bonamico – tutte le persone che, stufe di questi attacchi personali e strumentali, mi hanno chiamato per dimostrare solidarietà e disponibilità a fornire supporto. Spero che la cosa si chiuda in fretta per evitare che tali illazioni provochino ulteriori danni e disagi oltre a quelli che hanno già creato a livello morale e psicologico a me, alla mia famiglia ed ai miei collaboratori”.