Bilancio Lido Palace, aspre critiche da sindaco Santi e presidente albergatori Bassetti
Bufera sul bilancio 2023 del Lido Palace hotel di Riva del Garda a trazione Signoretti, dai ricavi in aumento ma con una perdita d’esercizio da oltre 300mila euro.
“Rammarico e dispiacere” sono le due parole usate da Enzo Bassetti, nella doppia veste di presidente di categoria albergatori dell’Alto Garda e Ledro e presidente di Garda Trentino Sviluppo.
Forte, fortissima preoccupazione è invece espressa dalla sindaco, Cristina Santi, che guarda già all’andamento 2024 con una stima di perdita sui 260mila euro.
Premessa. Nel dicembre 2022 i soci della Hotel Lido Palace SpA, composto da Lido di Riva srl, Garda Investimenti Hotel, Cassa Rurale Alto Garda Rovereto, Mediocredito e Garda Trentino Sviluppo, hanno deliberato un investimento da oltre un milione e mezzo di euro per ammodernare l’albergo a 5 stelle lusso. Ma non ha portato benefici, almeno fino ad oggi. In conferenza stampa l’amministratore delegato Paolo Signoretti si è mostrato sereno per i dati, giustificando le perdite con gli investimenti a medio-lungo e il rialzo dei tassi di interessi.
Da Palazzo Pretorio e da Enzo Bassetti, nella doppia veste di presidente di categoria e di Garda Trentino Sviluppo (socio di minoranza), invece arrivano bordate.
“Prendo atto del risultato – attacca Bassetti – con rammarico e dispiacere. Le motivazioni portate per giustificare quel risultato non sono diverse da quelle che può portare qualsiasi altro albergo, ma con risultati positivi. I costi del personale, degli interessi e degli ammortamenti li hanno tutti gli alberghi. Non solo il Lido Palace. Guarda caso, però, gli altri alberghi hanno chiuso con bei margini la stagione 2023, che è stata ottima. Vedere che il Lido Palace continua a perdere mi fa preoccupare. Soprattutto mette nel ridicolo le affermazioni che loro hanno fatto sulle gestioni precedenti, che però chiudevano in utile. Il problema è la gestione – conclude – Ci vuole un cambio di passo nelle strategie della società. Mi aspetto che ci siano diverse valutazioni sull’attuale gestione privata dell’albergo”.
Critiche aspre anche da parte della sindaca di Riva, Cristina Santi. “Come componente Pubblica non siamo soddisfatti, perché il bilancio chiude con 340 mila euro di perdite, l’anno scorso aveva altri 160 mila di passivo e le prospettive per il 2024 non sono positive – attacca – Sorprende, perché il 2023 è stato un anno sicuramente positivo per il turismo e qui nel nostro territorio è stato anche migliore del 2019. C’erano tutti i presupposti per un andamento con segno più, perché tutti sono in crescita, soprattutto per chi lavora nel turismo e soprattutto per il lusso, in forte espansione”.
“Certi costi ce li aspettavamo e lo ha spiegato bene Lorenzo Prati in consiglio comunale – illustra ancora – Ma la gestione non ha supportato questi costi. Quando abbiamo fatto quegli investimenti (deliberati nel dicembre 2022, ndr) e questa rivalutazione, credevamo che l’hotel supportasse questa scelta”. Preoccupa il futuro: “L’hotel dovrà acquistarsi il terreno per costruirsi un parcheggio degno di un albergo di quella categoria, e non costerà poco, vedendo quello che è stato pagato per quello all’ex Tennis”. “Ma se noi dobbiamo indebitarci ulteriormente e la gestione non supporta gli indebitamenti che abbiamo fatto fino adesso, riusciremo a fare questo passo per adeguare la struttura alle necessità del mercato e della richiesta?”, chiede la sindaco Santi.
Entrando nel tecnico, il primo cittadino rivano scorge altre nubi nere all’orizzonte: “Oggi l’EBITDA (margine operativo lordo) del Lido Palace è al 15%, quando nel settore oscilla tra il 20-25%. Il margine operativo lordo dovrebbe essere tra il 25 e il 30%, dovrebbe attestarsi sul 1 milione 750mila euro, invece siamo molto, molto al di sotto di questi valori”.
Se c’è il segno rosso in bilancio è a causa della “mancata crescita gestionale – ribadisce Santi – Questo albergo ha tutti i presupposti per creare utile. Il mercato del lusso funziona in Italia, che porta rendimenti. Inoltre i Laghi nel 2023 hanno avuto una grossa espansione, quindi ci aspettavamo una chiusura almeno in pareggio, alla luce degli investimenti fatti. Ma se la previsione è meno 260mila per il 2024 qui c’è qualcosa che non funziona”.
Per la legge Madia, il Comune di Riva dovrà vendere le sue quote all’interno della Hotel Lido Palace Spa: “Questo albergo è pubblico e deve portare utili. La prospettiva di vendere le quote ci preoccupa ancora di più. Un conto è venderle in utile, un conto è venderle in perdita, al netto che è proprio l’EBITDA quello che ti dà il valore dell’hotel. Ci dobbiamo anche interrogare se conviene correre a fare questa famosa vendita all’asta o forse è il caso di riportare prima i conti in ordine e poi fare la valutazione”.
Sulla decisione di aprire le porte del super-hotel agli esterni la sindaco Santi ha una ricetta: “Tutte le iniziative devono essere a pagamento, perché altrimenti rappresentano ulteriori costi che non ci possiamo permettere”.
Altro tasto dolente: l’elevato costo personale. “Anche questo mi preoccupa e mi fa pensare. Non c’è stato un aumento di camere o di servizi, al di là di qualche evento. Come mai il costo per la gestione del personale è aumentato di 300mila euro?” Anche l’aumento dei prezzi delle camere avrebbe dovuto portare maggiori benefici: “Forse non c’è un corretto riempimento delle camere, forse perché sono vendute ad un prezzo elevato?”, chiede la sindaco Santi. “Questa analisi però non spetta all’ente pubblico, ma all’amministratore delegato che ha proprio questo compito. Non ci si può improvvisare imprenditori turistici, il turismo è molto fluttuante, prima del Covid aveva degli aspetti ora ne ha un altro. Mancano i turisti russi? Allora devi inventarti qualcosa, come hanno fatto gli altri imprenditori del settore, per attirare nuovi turisti come al tempo del Covid. Essere imprenditore turistico non è facile ed è per questo motivo che la gestione spetta ai privati. Perché sono loro che hanno l’esperienza, l’amministrazione comunale no. Il mio compito è far sì che il denaro pubblico venga fatto rendere nel migliore dei modi perché è un bene della collettività, di tutti i rivani”.