Base Jump dal Brento sotto controllo, cartellino rosso a chi non segue le regole

Claudio Chiarani05/08/20233min
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Diciamolo subito: il Base Jump non è uno sport ma una disciplina sportiva. Non è riconosciuto ma si pratica in tutto il mondo da anni, e da anni si cerca di regolamentarlo. Ma essendo una disciplina libera diventa difficile dare delle regole che non siano quelle del buon senso e di un’ottima preparazione fisica e mentale per lanciarsi nel vuoto. Maurizio Di Palma questo lo sta cercando di fare da anni, ma purtroppo come ovunque e dovunque chi non ascolta a volte ne paga il prezzo. Che nel Base Jump è la morte. Il jumper pavese Di Palma in un’intervista rilasciata nel 2019 a Vanity Fair diceva: “Questo tipo di attività non è legale ma nemmeno illegale, si trova in una fascia grigia, non è regolamentata, non ci sono leggi specifiche in materia anche se la cosa varia da Stato a Stato. Ha pochissimi praticanti al mondo e legiferare in merito ha poco senso”.
Il Becco dell’Aquila è oggi la parete che vanta più salti di Base Jump al mondo, superando anche la famosa Kierag in Norvegia, ma è chiaro che non ci si arriva per lanciarsi così, senza una preparazione adeguata. Sono oltre mille i base jumper che salgono al Brento per lanciarsi nel vuoto dal becco dell’Aquila portando, anche questo va detto, indotto sul territorio. Lassù c’è una targa con i nomi di chi ha perso la vita, ma è chiaro che non puoi in nessun modo vietare di saltare perché, tanto, gli “exit” lungo le nostre montagne sono migliaia.
Maurizio Di Palma lo va dicendo da anni che le regole vanno rispettate, ma anche che se non hai determinate caratteristiche non puoi saltare da una parete come quella perché rischi la vita. Lui si adopera per insegnarlo ogni giorno, ma è altrettanto chiaro che se uno arriva, sale da solo e si lancia senza ascoltare chi lì ci salta tutti i giorni (Di Palma salta anche due/tre volte al giorno ed è universalmente riconosciuto un “guru” della disciplina”) lo fa a proprio rischio e pericolo. Al primo ammonimento chi “trasgredisce” alle regole si becca il cartellino giallo, al secondo è rosso e non sali più sulla navetta regolarmente autorizzata al trasporto dei jumper in quota. Per fortuna che il Soccorso Alpino vigila, e grazie a lui, al fatto che sa chi salta e quando se accade l’incidente è in grado di ridurre i tempi d’intervento di chi, magari per un malfunzionamento del paracadute rimane appeso in parete. Per questo la Brento Base School dona circa 2.500 euro proprio a chi corre per cercare di salvare vite al Brento.

 


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