Associazioni rivane: “Punta Lido è memoria storica, non si tocca”
Torna a tenere banco a Riva del Garda la questione della gelateria Punta Lido, sul suo possibile abbattimento o ristrutturazione.
In merito hanno scritto una nota congiunta le associazioni “Riccardo Pinter”, “Amici del Museo” e il comitato “Salvaguardia Area Lago” indirizzata al sindaco di Riva del Garda, al Commissario, alla comunità Alto Garda e Ledro e alla Giunta provinciale.
“Dal progetto Cecchetto (2017) al progetto Nunes – scrivono i referenti Graziano Riccadonna ed Elisabetta Montagni – la gelateria rischia di perdere la sua identità, in quanto risalente al periodo asburgico di inizio ‘900. I vertici della Lido Palace dicono che il progetto Cecchetto è superato e la “partita” relativa all’immobile, che attualmente accoglie la gelateria di Punta Lido, è tuttora aperta, demandando il suo destino alla Variante 13 che dovrà essere approvata dal commissario ad acta. Lo studio attuale commissionato all’architetto Nunes prevede l’abbattimento dell’immobile per spostarlo ad ovest, naturalmente con ben altra cubatura”.
L’appello lanciato nel 2017 dalla “Pinter” al Comune e alle istituzioni locali perché si facessero carico della struttura dei Bagni al Lido, ora gelateria di Punta Lido, ai fini della salvaguardia e valorizzazione dell’immobile, aveva sortito come effetto l’adesione massiccia dell’opinione pubblica che in extremis aveva stoppato sul nascere il progetto Cecchetto di demolizione e ricostruzione.
“Esistono luoghi e immobili entrati nell’immaginario collettivo – prosegue la nota ambientalista – che sono in quanto tali legati alla memoria e pertanto da conservare aldilà delle esigenze consumistiche dei tempi. Uno di questi è l’attuale gelateria di punta Lido, elemento simbolico della Riva turistica, già dependance Bagni dell’Hotel Lido. Nonostante il fatto che molti cittadini rivani si fossero opposti al progetto Cecchetto il Comune, con la proposta Nunes, propone una ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione del volume in un sedime diverso, operando anche sulla riconfigurazione della banchina e della terrazza esistenti, in modo da aumentare da un lato lo spazio di fruizione del locale, e dall’altro la sezione del percorso ciclo-pedonale”.
“L’edificio – conclude il comunicato – non è un semplice locale come tanti altri, ma da sempre punto di riferimento fondamentale, un biglietto da visita per la città, amato dagli stessi rivani come cosa preziosa. È paradossale che una struttura simbolica di fine ‘800 venga abbattuta e demolita radicalmente, mentre Spiaggia Ulivi è stata mantenuta perfino con i serramenti in ferro e non sia permesso modificare nemmeno un abbaino in centro storico.
Pertanto chiediamo che ci si indirizzi verso un rinnovamento della struttura attuale, nella sua storica posizione, che rispetti i volumi e le forme che fanno parte ormai della nostra memoria storica e paesaggistica”.