Associazione Amici della Sarca: “No all’intervento di ruspe e motoseghe sul fiume”
Le recenti piene del Sarca, con una portata vista raramente in passato, hanno provocato nell’Alto Garda danni alle colture e ad alcune abitazioni a causa dello straripamento del fiume.
Il Comune ha immediatamente chiesto interventi di bonifica da parte della Provincia e sono arrivate diverse prese di posizione da parte dei cittadini. È stato anche costituito un comitato che ha chiesto a gran voce “Provvedimenti contro la piena della Sarca”. Le competenze sugli interventi nell’alveo dei fiumi, nella nostra Provincia, sono attività assegnate al Servizio Bacini Montani della PAT.
In questi giorni sono in corso interventi, in particolare all’altezza della zona industriale, con taglio della vegetazione e rimozione di materiali ghiaiosi dall’alveo.
In merito ai lavori è arrivata la presa di posizione della Associazione “Amici della Sarca” che con una nota esprime la sua contrarietà a questo tipo di intervento.
“L’impressione che abbiamo – scrivo dalla Associazione – è quella di lavori con un forte impatto sul fiume che, a nostro avviso, potranno determinare pesanti ripercussioni sull’ecosistema fluviale. Secondo gli esperti è diffuso il luogo comune per cui la presenza di ammassi di materiali ghiaiosi nei nostri fiumi sarebbe da annoverare tra le cause delle sempre più frequenti alluvioni, in quanto questi materiali avrebbero innalzato il letto dei fiumi, riducendone la sezione di deflusso ed aumentando quindi i rischi di esondazione. Questa ipotesi però non è suffragata da basi tecnico-scientifiche, anzi, i dati e le analisi in possesso degli esperti dovrebbero sconsigliare tali interventi.
La metodologia di intervento adottata sul fiume – proseguono gli ambientalisti – potrebbe produrre ripercussioni difficilmente prevedibili: togliendo materiale sedimentato si rischia di favorire una ulteriore incisione e di accrescere il pericolo idraulico.
Le prassi operative suggerite da molti esperti per la gestione degli eventi alluvionali, affrontano il problema non facendo scorrere più velocemente l’acqua del fiume, ma dissipandone l’energia.
Autorevoli esperti del settore sostengono che è solo con il rispetto delle fasce boscate naturali, della naturale morfologia degli alvei, delle aree di espansione naturali del fiume si creano le condizioni ritenute necessarie per fronteggiare in maniera adeguata tali eventi, non gli interventi estemporanei a base di ruspe e motoseghe.
Come sostiene un professionista del settore, invece di continuare a rimuovere sedimenti dai fiumi, come chiede in Italia una parte poco informata della popolazione, bisognerebbe guardare a cosa si fa negli altri paesi europei vicini a noi, come Francia, Austria e Germania, dove ad esempio vengono ripristinate larghe fasce di vegetazione ripariale. La nostra preoccupazione per quanto sta accadendo – dicono gli Amici della Sarca – è rafforzata anche dalla notizia che i materiali scavati dal letto del fiume saranno utilizzati sulle spiagge di Torbole. Ci chiediamo se gli interventi che si stanno attuando siano basati su uno studio specifico o se ci si stia muovendo spinti dall’emergenza, pur di dare soddisfazione alle proteste di gruppi di cittadini.
In svariate occasioni ed interventi pubblici – conclude la nota – abbiamo richiesto il coinvolgimento del Parco Fluviale che, secondo il nostro punto di vista, può costituire l’ambito più appropriato per il confronto tra i diversi “portatori di interesse” per trovare delle soluzioni tecniche di intervento più idonee da adottare per far fronte alle piene del fiume, rispondendo alle sacrosante esigenze di garantire la sicurezza fluviale ma, allo stesso tempo, non pregiudicando ulteriormente un habitat, come quello della Sarca, già pesantemente modificato ed alterato negli anni da importanti ed impattanti interventi umani”.