ARCO, IL PROCESSO D’APPELLO PER IL COMPENDIO EX ARGENTINA

Redazione06/06/20182min
Processo Argentina

È fissato per venerdì 8 giugno il Processo d’appello per le note vicende legate al compendio ex Argentina, oggi Olivenheim, ad un anno esatto dal processo di primo grado che vide assolti il vicesindaco di Arco Stefano Bresciani e la funzionaria dell’ufficio edilizia del Comune Tiziana Mancabelli. Il ricorso contro l’assoluzione venne presentato dai sei imputati condannati in primo grado, i quali hanno asserito che il ruolo dei due una qualche responsabilità invece, in tutta la vicenda la debbano avere.
Responsabilità senza dolo, precisa la procura della Repubblica, bensì con “atteggiamento colposo perché con il loro comportamento hanno recato un contributo causale all’inosservanza di norme regolamentari”. Una vicenda che ora il processo di secondo grado è chiamato a dirimere, visto che per il giudice che ha assolto la funzionaria Mancabelli, Carlo Ancona, essa non ha colpe visto che la stessa si è attenuta ai risultati del lavoro di altri che l’avevano preceduta in quelle funzioni.
Per la Procura, però, per Bresciani e Mancabelli sussistono elementi “macroscopici” di negligenza che il Tribunale nel processo di primo grado non ha sufficientemente valutato. In particolare “contro” il vicesindaco perché presidente della Commissione edilizia e assessore all’urbanistica, ruoli che rafforzano secondo il Procuratore capo di Rovereto Aldo Celentano la sua colpevolezza. Per questo ora il processo d’appello nel quale valutare più attentamente tutta la vicenda e le persone coinvolte, come chi venne condannato in primo grado a risarcire Italia Nostra, costituitasi parte civile, ovvero il costruttore, la Cosmi di Riva, i tecnici del progetto e una seconda dirigente dell’area tecnica del Comune di Arco.