Arco ha una nuova guida alpina, Enrico Garbaini ricorda le imprese del nonno Zamboni

Nicola Filippi18/12/20246min
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Se fosse ancora vivo il nonno, pioniere alpinista e indimenticato commerciante arcense, sarebbe sicuramente il suo orgoglio. Ne siamo sicuri. Lunedì 9 dicembre, in Sala Depero a Trento, Enrico Garbaini, maestro di snowboard e responsabile del punto vendita Vertical in via Segantini di Arco, nipote di Enrico Zamboni, ha ricevuto dalle mani dell’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni il diploma di aspirante guida alpina, dopo un lungo percorso di studio al Liceo della Montagna di Tione di Trento. Non un punto di arrivo, ammette, ma un punto di partenza.
Enrico Garbaini, classe 1992, 32 anni, nato a Tione, ha vissuto fino a 19 anni a Condino. Sua madre Francesca è originaria di Arco, è una Zamboni, figlia di Enrico, sorella di Paola e di Laura che oggi gestisce il negozio di famiglia, in piazza ad Arco.
“Mi chiamo Enrico in ricordo di mio nonno – racconta la nuova guida alpina di Arco – io non vengo da una famiglia di alpinisti, ma i miei genitori mi hanno sempre portato in montagna. La passione per l’alpinismo e le scalate mi è stata trasmessa dagli amici, in Val del Chiese, da Iacopo Pellizzari e gli altri. Sicuramente – sorride – ho ereditato un po’ di dna di nonno Enrico, che da giovane aveva scalato Cervino, Monte Bianco, Monte Rosa, Ortles”. Erano gli anni Cinquanta. Il ricordo delle “imprese” di nonno Enrico sono legate alla “Settima Arte”. “Ci sono tutte le immagini delle loro imprese – racconta ancora – nonno Enrico andava in montagna con Maurilio Braus, papà del mio amico Daniele. Ho tante foto del nonno. C’era un gruppo di Arco che aveva questa forte passione per l’alpinismo. Pensare che lo facevano negli anni Cinquanta, quando l’alpinismo era pionieristico, mi emoziona”. Altri tempi. Sia come materiali, sia come mezzi di trasporto. “In famiglia mi hanno raccontato che nonno Enrico e il suo gruppo di amici sono partiti in Vespa da Arco per raggiungere il Caré Alto o il Cevedale. Oppure, quella volta che per raggiungere il Cervino sono andati con il maggiolone e con la tenda canadese. Storie di altri tempi, quasi epiche”. Nella foto in bianco e nero, nonno Enrico è il primo sulla destra, con la fascia bianca in testa, e ritrae il gruppo di amici alpinisti durante la salita alla Presanella (3556 metri di quota), il 6 agosto 1956. Maurilio Braus è quello accosciato, in basso, sulla sinistra.
La montagna comunque segna la crescita e la formazione del giovane Enrico. Nel 2006 si iscrive al Liceo per le professioni del turismo in Montagna, a Tione di Trento, progetto scolastico finanziato dalla Provincia. “È un liceo scientifico, di cinque anni, che ti forma per diventare professionista della montagna – racconta – alla fine dei cinque anni puoi scegliere se dare l’esame come maestro di sci o snowboard o fondo. Io ho dato l’esame di maestro di snowboard e l’ho passato e ora sono maestro di snowboard. Poi sono diventato accompagnatore di territorio, che è la guida turistica di montagna, non è una guida alpina, ma una guida turistica. Per 5/6 anni ho lavorato come maestro di snowboard, fra Passo del Tonale e Des Alpes in Francia”.
Nel 2015 il “ritorno di fiamma”.
“Mi torna il pallino della montagna, così mi trasferisco ad Arco, perché volevo lavorare nei negozi del settore, volevo arrampicare e scalare. L’anno scorso, il 5 maggio 2023, mi sono anche iscritto al corso per aspirante guida, ho passato le selezioni, teoriche e pratiche – racconta ancora Enrico Garbaini – eravamo iscritti in venti, l’abbiamo passate in dieci e io sono stato l’unico che ha terminato tutto il percorso scolastico regolare, senza ritardi, mentre tutti gli altri invece termineranno fra marzo e la fine dell’anno prossimo. Sono 15 esami con 120 giornate di formazione ed esame finale. Grazie alla disponibilità dei titolari di Vertical, dove oggi lavoro, sono riuscito a non perdere una giornata di formazione”.
L’ultimo esame era lunedì mattina, 9 dicembre. Al cardiopalma, da fotofinish. Perché Enrico aveva già in mano l’invito alla cerimonia serale in Provincia, con tutti gli altri nuovi professionisti della montagna (alla fine saranno ben 144), ma doveva ancora dare l’ultimo esame. “Altroché ansia! L’esame è andato bene, ho saputo il risultato solo poche ore prima di ricevere il diploma dalle mani dell’assessore Failoni e dal presidente delle Guide Alpine Gianni Canale – conclude – questo è un punto di partenza, ora sono aspirante guida alpina e al termine dei due anni di “aspirantato” potrò dare un esame di abilitazione per diventare guida alpina internazionale. Ora invece posso lavorare solo in Italia, ma con alcune limitazioni. A questo punto, mi piacerebbe ringraziare la Provincia che mi ha permesso di formarmi per diventare un professionista della montagna, gli istruttori, i compagni di corso e la mia famiglia che mi è stata accanto in tutto il mio percorso”.
Enrico Garbaini non ha ancora creato un proprio profilo professionale, ma ci sta lavorando. Intanto, la nuova guida alpina recupera le energie facendo il papà della sua adorata Diletta e “lavora” ai preparativi del “grande giorno”, quando dovrà dire di “Sì” alla sua dolce metà.