Arcensi preoccupati per le condizioni degli ex macello e oratorio
Dell’ex oratorio e dell’ex macello in via della Cinta di Arco si sono scritti fiumi di parole. Ma sono ancora e sempre ex, in condizioni sempre più degradate, fotografie poco edificanti per i residenti, ma soprattutto per le migliaia di visitatori e turisti della città delle Palme, a due passi dal cuore di Arco. Per chi percorre la pista ciclopedonale lungo il fiume Sarca o per chi arriva dal parcheggio di Caneve i due edifici mostrano un “lato B” non proprio invidiabile. Sono lì, invece, a testimoniare il lento e inesorabile passare del tempo e le tante, troppe parole spese sulla loro riqualificazione. Negli anni si è parlato di farli diventare un ostello per giovani, poi una struttura ricettiva per appassionati di outdoor, infine un albergo con annesso museo dedicato a Gianni Caproni, il pioniere dell’aeronautica italiana nato a Massone di Arco, città che lo ricorda solamente con un’opera d’arte nel parcheggio pubblico, in viale Monache, e nulla più.
I lettori de “La Busa” hanno inviato numerose segnalazioni alla redazione, mostrando preoccupazione per lo stato fatiscente di questi due edifici. In tanti hanno segnalato il tetto pericolante, la recinzione malandata, le infiltrazioni d’acqua lungo le pareti.
A questo proposito Stefano Bresciani, consigliere d’opposizione nelle fila del Patt, il 24 luglio scorso ha inviato in Comune una interrogazione sull’immobile dell’ex macello. Riprendendo le priorità programmatiche del nuovo presidente di Amsa, Tomaso Ricci, che ha parlato di “trasformazione dell’ex macello in struttura turistico-ricettiva riattivando ipotesi di collaborazione con privati”, l’ex vicesindaco Bresciani chiede al Sindaco se “tale operazione sia effettivamente in fase di ripartenza, se faccia parte degli indirizzi programmatici dati dal Socio Unico ad Amsa, se la cordata imprenditoriale che manifesterebbe interesse sia ancora quella pubblicamente sostenuta dall’ex parlamentare arcense Mauro Ottobre”.