Anffas: a Riva del Garda il nuovo centro diurno
L’amministrazione comunale di Riva del Garda ha incontrato in municipio la vicepresidente Frida Rossaro e il coordinatore territoriale di Anffas Gianluca Carrara. L’incontro, cui hanno preso parte il sindaco Cristina Santi, il vicesindaco Silvia Betta e gli assessori Luca Grazioli e Lorenzo Pozzer, ha avuto per tema un nuovo centro diurno a Riva del Garda da destinare al progetto di Anffas sui prerequisiti lavorativi.
«Sono persone giovani che hanno finito l’obbligo scolastico -ha spiegato Carrara- alle quali dedichiamo un percorso della durata più o meno di tre anni, per portarli a diventare adulti, autonomi e anche, quando possibile, dei lavoratori. Il progetto verte essenzialmente sul potenziamento delle autonomie personali, dalla gestione del tempo libero all’utilizzo dei mezzi pubblici, dall’utilizzo del denaro alla capacità di elaborare un progetto del proprio tempo, fino a un’esperienza di stage in aziende del territorio per poter diventare lavoratori a tutti gli effetti».
Il progetto, al quale aderiscono attualmente otto persone (il numero è variabile e va all’incirca da cinque a dodici), attualmente è di stanza in un alloggio Itea a Bolognano.
«Poter avere uno spazio a Riva del Garda faciliterebbe notevolmente, in particolare, gli spostamenti di queste persone -ha spiegato Carrara- grazie alla posizione nettamente più favorevole rispetto alle aziende del territorio, ma l’inserimento in un contesto cittadino porterebbe molti altri vantaggi e stimoli. Si tratta di un gruppo di persone che hanno buone autonomie, in grado quindi di fare molta strada e, allo stesso tempo, di dare molto alla collettività».
L’amministrazione comunale ha accolto con grande favore la richiesta e si è impegnata a trovare una sistemazione adatta: «L’attività di Anffas è assolutamente importante e merita senz’altro il massimo sostegno possibile -ha detto il sindaco Santi- e noi come amministrazione comunale faremo la nostra parte e troveremo una sede adatta per questo progetto, che vuole rendere autonome persone in stato di fragilità ma con le potenzialità per fare dei grandi passi avanti e riappropriarsi della propria vita».