Ancora fermo l’ascensore del Bastione a Riva, perizia tecnica del Consulente del Tribunale
Sembrava tutto a posto ed invece non è ancora ripartito l’ascensore del Bastione a Riva del Garda, rimasto fermo alcuni giorni per lavori di manutenzione. E così anche i turisti che affollano la città per il ponte del Corpus Domini sono rimasti a terra, davanti al cancello chiuso senza peraltro leggere informazioni precise sul ripristino dell’impianto, con la beffa di vederlo andare su e giù per le continue verifiche tecniche da parte della ditta installatrice “Maspero” che stanno lavorando da giorni per il collaudo dopo la sostituzione delle funi, ma ogni tanto la cabina si blocca e quindi il problema deve essere risolto.
Insomma altri guai tecnici che stavolta hanno mandato su tutte le furie l’Ente gestore APT Garda Dolomiti, la proprietà Lido di Riva, residenti, ospiti e, logicamente, chi gestisce il bar ristorante a monte dell’impianto, ossia la ditta Alfonso D’Ambrosio che in 15 giorni (solo per citare l’ultima fermata) ha perso clienti nella struttura che va avanti a singhiozzo sin dalla sua apertura, nella primavera 2020.
“Martedì 14 giugno – ci ha detto il presidente della Lido Delio Picciani – c’è stato il primo sopralluogo del tecnico incaricato dal Tribunale di Rovereto (il CTU, Consulente Tecnico d’Ufficio) che quanto prima depositerà la sua perizia. Una volta depositata faremo le nostre valutazioni sulla efficacia dell’impianto e il contenzioso già in essere”.
Un servizio che va a singhiozzo perché, tralasciando le soste tecniche dovute per la necessaria manutenzione, effettuate anche in piena stagione turistica, gli stop dalla messa in funzione non si sono contati. Pandemia a parte, ovviamente. L’impianto, infatti, fiore all’occhiello dell’offerta turistica rivana, contestato per il suo impatto ambientale sin dalla presentazione del progetto, non ha mai funzionato come si deve. Troppe le interruzioni dovute a verifiche e controlli, troppi gli stop imposti dal fatto, probabilmente, che è stato sottodimensionato per il servizio cui è stato poi chiamato ad assolvere. Insomma, usura da utilizzo? Troppe corse e troppe persone al giorno? Chissà, di certo c’è che il tutto ora è un chiaro “danno d’immagine” che si ripercuote su proprietà e gestore.
“Chiaramente non si vuole accusare nessuno – afferma il presidente dell’APT Garda Dolomiti – né vecchia gestione Lido, ne amministrazione, ne la ditta che ha realizzato l’impianto. Di certo questo deve insegnare a tutti che quando si fa un’opera da mettere a disposizione del pubblico, non vanno ricercati risparmi. Al contrario, bisogna osare realizzando il meglio possibile con partner di primo livello”.