Anche nel Garda ci sono i Pfas

Claudio Chiarani26/04/20232min
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La sigla, “Pfas” significa “Perfluoro alchilico”, ossia sostanze, composti chimici in pratica diffusi in tutto il mondo e utilizzati per rendere resistenti ai grassi a all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori degli alimenti, produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Ebbene, la loro presenza nel lago di Garda è stata accertata dai dati forniti dall’Agenzia Provinciale per l’Ambiente, così come nell’immissario che è il fiume Sarca. Urge trovare la causa di questo sversamento nelle acque, dunque, anche se la balneazione non è assolutamente in pericolo. Sigle, dati, presenze per litro d’acqua analizzata evidenziano come i Pfas, diversi nella loro “famiglia” di composti siano una presenza accertata dai prelievi effettuati anche in profondità, sebbene il limite previsto in media annualmente di 0,65 nanogrammi/litro non sia superato in superficie, dove la presenza è attestata (dati 2022) sui 20 ng/l. Ma è in profondità, attorno ai meno 270 metri che il dato, invece, è preoccupante, perché i pesci accumulano al loro interno le sostanze inquinanti. Lì siamo a 0,30 ng/l ma un dato dell’ottobre scorso 2022 rivela che la quantità misurata è attorno ai 3,30 ng/l. Qualcosa che scarica nel Sarca c’è e va trovato al più presto, anche se i dati sono molto variabili e la bonifica che la provincia sta effettuando sull’ex discarica comprensoriale della Maza potrebbe essere una causa, perché parte del percolato che si libera finisce al depuratore del Linfano che tratta le acque reflue. Insomma, la salute del Garda e dei suoi abitanti, le varie specie ittiche che lo popolano sta peggiorando. Urgono interventi mirati e rapidi, altrimenti la salute umana che abita le sue sponde ne risentirà.

 

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