Ambientalisti all’attacco: «Il nuovo tennis al Brione è un disastro paesaggistico»
«Perché è così difficile comprendere che per tutelare quello che di bello è rimasto dobbiamo togliere piuttosto che aggiungere»? È questo l’inquietante interrogativo con cui si chiude una nota sulla realizzazione dei nuovi campi da tennis di Riva del Garda al Brione sottoscritta da WWF per il Trentino, Italia Nostra, Comitato Salvaguardia Olivaia, Comitato Sviluppo Sostenibile, Associazione Riccardo Pinter, Associazione LedroInselberg e Comitato Tutela Marroni di Campi. Gran parte dei movimenti ambientalisti dell’Alto Garda esprime pollice verso contro la nuova edificazione alle pendici del Brione a causa del forte impatto che le strutture, ormai quasi completato il primo lotto di lavori, eserciterebbero sul territorio circostante, zona di grande bellezza e area agricola di pregio con magnifici oliveti. Prima la realizzazione di un grande resort qualificato come agritur, ora il nuovo centro tennistico della città in sostituzione di quello in fascia lago. A suo tempo si disse, scrivono gli ambientalisti, che i terreni destinati al tennis, una volta cava di “prea morta”, erano già degradati: «Quell’area andava piuttosto restituita all’agricoltura per continuità paesaggistica e agronomica e per compensare, seppure in piccola parte, il consumo di suolo agricolo avvenuto in altre parti del territorio. Fu assicurato che il progetto sarebbe stato rispettoso del luogo, limitando l’impatto al minimo indispensabile. Ora si possono vedere realizzati tre campi da tennis, la tribuna a gradoni di cemento, un imponente cubo assurdamente emergente dal profilo della campagna e un grande edificio a uso spogliatoi. Il secondo lotto prevede altri due campi coperti, appoggiati alle pareti della ex cava. Servirà inoltre un ampio parcheggio e rimane il problema dell’accesso al compendio. Pare inoltre sia stata avanzata la richiesta di copertura invernale dei campi in terra rossa esterni. Risultato finale: praticamente tutta l’area, circa 13.000 m², verrà urbanizzata e impermeabilizzata. Paesaggisticamente un disastro: che fare adesso?». La richiesta degli ambientalisti all’attuale amministrazione, che ha ricevuto in eredità il progetto da quella precedente, è che limiti al massimo ulteriori interventi impattanti, magari ridimensionando il secondo lotto. Bocciatura netta, infine, per l’idea dei campi da paddle sull’area degli attuali campi da tennis: «Ammesso e non concesso – chiudono gli ambientalisti – che si debbano realizzare strutture esclusive per ogni sorta di pratica sportiva, non è possibile trovare in Busa una collocazione meno impattante sotto il profilo paesaggistico?».