Alto Garda tra turismo e residenze, Ettore Zampiccoli: “Così gli affitti brevi cacciano i residenti”

Redazione08/09/20255min
20250506 TURISTI LUNGOLAGO RIVA RISTORANTE W(3)


 

Il tema degli affitti brevi è uno dei più caldi del momento, in Italia e non solo. A sollevarlo con toni preoccupati, stavolta, è Ettore Zampiccoli, giornalista professionista, classe 1946, originario di Riva del Garda ma residente a Trento, un curriculum di peso nel mondo della comunicazione e del turismo: ex dirigente della Provincia di Trento, già direttore generale dell’Azienda di Promozione Turistica del Trentino e consulente nel settore da oltre vent’anni. Alle ultime comunali di Riva del Garda ha deciso di candidarsi nella lista Noi progetto per Riva, a sostegno del candidato sindaco Carlo Modena.

Zampiccoli, in un lungo intervento sui social, ha riportato al centro della discussione un fenomeno che negli ultimi anni ha cambiato il volto delle città: gli affitti turistici brevi, alimentati dalle grandi piattaforme digitali come Airbnb.

 

 

Un colosso mondiale, un impatto locale

I numeri parlano da soli. Ogni notte, nel mondo, un milione di persone dorme in un appartamento trovato su Airbnb. A Venezia le case per turisti superano quelle per residenti, a Roma gli annunci hanno superato quota 20 mila, a Firenze sono circa 10 mila. Un fenomeno che, osserva Zampiccoli, «crea poco indotto, pochissima occupazione e una spesa media giornaliera più bassa rispetto a chi soggiorna in hotel: 60-70 euro contro i 130-150 degli ospiti tradizionali».

E c’è di più: la crescita degli affitti brevi altera profondamente i centri storici, spinge fuori i residenti, gonfia i prezzi per studenti e famiglie e lascia un tessuto commerciale impoverito.

Le reazioni in Europa

Molte città europee hanno già alzato barriere. Barcellona ha annunciato la chiusura di 10 mila appartamenti a uso turistico entro due anni. Berlino e Francoforte hanno imposto limiti severi: massimo 60-90 giorni all’anno e multe fino a 25 mila euro per chi sgarra. In Alto Adige la crescita dei posti letto, sia alberghieri che extra-alberghieri, è stata bloccata, e per gli affitti brevi è scattato l’obbligo di licenza.

Trentino: numeri incerti, fenomeno in crescita

In Trentino, la fotografia è più sfocata. Secondo il Servizio statistico della Provincia, nel 2023 gli appartamenti turistici erano circa 13 mila, per un totale di 57 mila posti letto. Ma quanti di questi finiscono davvero sul mercato degli affitti brevi? La risposta, ammette Zampiccoli, è ardua. Di certo, su Airbnb gli annunci superano quota 8.200.

I controlli restano difficili. La Guardia di Finanza, nelle Giudicarie, ha recentemente denunciato 25 proprietari che affittavano in nero, causando un danno erariale da 330 mila euro. E non è azzardato pensare che casi simili si nascondano anche altrove.

L’Alto Garda tra opportunità e rischi

Il Garda trentino, con la sua vocazione turistica consolidata, non può ignorare il tema. Da un lato, gli affitti brevi hanno contribuito ad aumentare le presenze, offrendo una forma di ospitalità flessibile e diffusa. Dall’altro, il rischio è quello di un turismo “mordi e fuggi”, meno attento alla qualità, che porta poco indotto economico e aumenta la pressione abitativa sulle comunità locali.

«Forse è giunto il tempo – scrive Zampiccoli – di regolamentare meglio questa esplosione di affitti a tempo, introducendo l’obbligo di licenza preventiva e regole simili a quelle del settore alberghiero: stanze di dimensioni minime, presenza di un bagno, disponibilità di parcheggio, norme di sicurezza. Ma soprattutto serve un controllo serio, affidato ai Comuni».

La domanda di fondo

La riflessione di Zampiccoli si chiude con un interrogativo che vale anche per l’Alto Garda: gli affitti brevi aiutano davvero la qualità del turismo? O servono solo a gonfiare le statistiche delle presenze?

La risposta, per ora, sembra pendere dalla seconda parte dell’alternativa. «Le indagini – conclude – ci dicono che più cresce la quota degli affitti brevi, più si appanna la qualità dell’offerta».

Un monito che il territorio gardesano, in bilico tra successo turistico e sostenibilità, non può permettersi di ignorare.
Nicola Filippi