Allarme truffe telefoniche: si diffonde un messaggio falso

Redazione14/12/20253min
giovani telefonino


 

Nelle ultime ore sui social e nelle chat private sta circolando un messaggio che lancia un allarme su un presunto numero truffaldino, l’89342224, indicato come responsabile di raggiri telefonici in tutta Italia. Una segnalazione che, pur inserendosi in un contesto reale – quello delle truffe telefoniche basate sulle chiamate ai numeri a pagamento – rischia però di creare confusione e allarmismi, alimentando la disinformazione.
Al centro della vicenda c’è infatti un fenomeno conosciuto come smishing: un sistema fraudolento in cui il malintenzionato invia SMS falsi spacciandoli per comunicazioni ufficiali – talvolta attribuite ad enti sanitari come le ATS, altre volte alla stessa Agenzia delle Entrate – per indurre la vittima a richiamare numerazioni speciali, spesso appartenenti ai prefissi 892 e 893. Una volta effettuata la chiamata, il costo scatta in pochi secondi, generando addebiti molto elevati sulla bolletta telefonica.

 

 

Secondo diverse segnalazioni, uno dei numeri ricorrenti in queste catene è l’89342270, insieme ad altre numerazioni simili, tutte appartenenti allo stesso prefisso “a pagamento”. Il messaggio che in queste ore circola online esorta a non rispondere e a bloccare immediatamente l’89342224, attribuendogli le caratteristiche di una truffa.
Al di là del singolo numero, il problema è reale: i truffatori fanno leva sulla paura, sulla fretta e sulla scarsa conoscenza dei costi associati ai numeri premium per indurre soprattutto gli utenti più vulnerabili – tra cui molti anziani – a richiamare.

Gli esperti di sicurezza informatica raccomandano alcune regole semplici ma decisive:
– non richiamare mai numeri sconosciuti che iniziano con i prefissi 892 e 893;
– diffidare degli SMS che richiedono di “verificare”, “evitare sanzioni” o “aggiornare dati urgenti”;
– controllare sempre l’autenticità del mittente rivolgendosi direttamente agli enti ufficiali;
– bloccare i numeri sospetti attraverso le impostazioni del proprio smartphone o tramite le app degli operatori telefonici.

Nel frattempo, le forze dell’ordine ricordano che la condivisione indiscriminata di messaggi d’allarme può contribuire alla disinformazione e complicare il lavoro di monitoraggio. L’invito è quindi quello alla prudenza: verificare sempre le informazioni prima di rilanciarle e, in caso di dubbi, rivolgersi ai canali istituzionali o ai centri di assistenza dei propri operatori telefonici.

In un periodo in cui le truffe si evolvono rapidamente e si infilano negli strumenti di comunicazione quotidiana, la consapevolezza resta l’arma più efficace. Proteggersi significa soprattutto riconoscere i segnali giusti: non rispondere, non richiamare e non cadere nel panico.

Un’attenzione che vale per tutti, ma in particolare per le persone più anziane, che spesso diventano il bersaglio preferito dei truffatori. Educare, informare e vigilare è un gesto di comunità. Perché la sicurezza – anche digitale – comincia dalla conoscenza. (n.f.)