Allarme abitativo a Riva: “Serve un intervento pubblico”. Botta e risposta tra Zanoni e Reigl

Un territorio che continua ad attrarre turisti da tutto il mondo, ma dove, paradossalmente, diventa sempre più difficile abitare. A lanciare l’allarme sono il sindaco Alessio Zanoni e il presidente dell’Apt Garda Trentino Silvio Rigatti, che in questi giorni hanno acceso i riflettori su una delle contraddizioni più evidenti del turismo nell’Alto Garda: la crescente difficoltà, per residenti e lavoratori, di trovare una casa in cui vivere.
Secondo un recente report di Legambiente, negli ultimi dieci anni i flussi turistici sono aumentati del 24% solo a Riva del Garda. Ma a fronte di una crescita costante dell’ospitalità, soprattutto attraverso piattaforme di affitto breve, il numero di posti letto in strutture alberghiere tradizionali è diminuito. Il risultato? Un territorio sempre più votato all’accoglienza turistica, ma sempre meno accessibile a chi vorrebbe viverci stabilmente.
«Gli affitti brevi sono esplosi – ha dichiarato Rigatti – e questo sta creando forti problemi all’abitare. Gli appartamenti che un tempo erano destinati ai residenti vengono ora trasformati in alloggi per turisti». Un fenomeno che, secondo il sindaco Zanoni, ha raggiunto livelli preoccupanti: «C’è chi vive qui da decenni e oggi è costretto ad andarsene. È una vera emergenza sociale».
Ma a complicare la situazione, si aggiungono anche i limiti normativi. I comuni, oggi, non hanno strumenti concreti per intervenire nella regolamentazione degli affitti brevi. Lo ha ribadito Zanoni, facendo riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato che la scorsa primavera ha bocciato un regolamento approvato dal Comune di Sirmione. «Senza un intervento dello Stato e della Provincia, rischiamo seriamente di compromettere la tenuta sociale del nostro territorio».
A stimolare il dibattito, anche l’intervento via social di Andrea Reigl, storico commerciante ed ex presidente del Consorzio RivaInCentro. La sua domanda è tanto diretta quanto provocatoria:
«Perché il problema abitativo dovrebbe essere risolto dai privati cittadini, che legittimamente cercano un ritorno dai loro investimenti?».
Reigl propone di guardare al patrimonio pubblico, come le numerose case ITEA chiuse e in attesa di ristrutturazione, o alla possibilità di acquisire palazzine da destinare a canoni agevolati: «È fondamentale che a farsene carico siano i fondi pubblici, non i privati cittadini».
Il confronto è aperto, e forse mai come oggi necessario. Perché se è vero che il turismo è una risorsa preziosa per l’economia dell’Alto Garda, è altrettanto vero che un territorio non può prosperare se chi lo abita viene messo ai margini. La sfida, ora, è trovare un equilibrio tra accoglienza e diritto all’abitare, tra crescita turistica e coesione sociale.