La scomparsa di Angiolino Calzà: con l’Olimpia di Arco segnava sempre lui
“El segna semper lù”. È una frase che i tifosi meneghini hanno eletto a simbolo di Maurizio Ganz, il bomber friulano che la metteva sempre dentro soprattutto negli anni in cui ha vestito le maglie del Milan e dell’Inter. Ma anche noi, orgogliosi protagonisti di una meravigliosa (e datata) edizione dell’Olimpia di Arco, abbiamo avuto, molti anni prima, quel “semper lù” che segnava gol a manetta. Si chiamava Angiolino Calzà, per tutti Peràt, uno che il verbo del pallone lo sapeva a menadito anche se non l’aveva mai studiato. I suoi movimenti in area,i suoi dribbling sembravano fine a se stessi fino a quando, con la zampata giusta al momento giusto, riusciva a trovare il varco per mettere la palla in rete. Peràt, classe ‘46, arrivò all’Olivo nel ‘63 con Sandro Parisi, Giorgio Mattei e Augusto Bertamini, allora il meglio del calcio giovanile dell’Alto Garda, e fu subito accettato anche quando la sua testarda interpretazione del dribbling sembrava stucchevole. E lui, genio e sregolatezza, aveva bisogno di questo. Di essere capito e accettato dai compagni anche quando il genio si appannava e il suo stile di vita lo portava lontano dalle sane abitudini di un atleta. A lui bastava l’amore che gli riservava incondizionatamente il gruppo, prima in maglia olimpina e poi dell’Olivo, ogni volta gli serviva per risorgere inventando nuove prodezze balistiche. Il suo premio partita era uno sguardo, una pacca sulle spalle, un gesto d’amicizia (“gat en zigaret?”) e non i soldi che, qualche anno dopo, gli ha riservato in Lombardia il semiprofessionismo.
Lui era fatto per un calcio naif, nato sulla strada, senza tattiche e regole ma ricco di fantasia e creatività.
È così che vogliamo ricordarlo, con l’affetto di sempre, visto che, a sorpresa, abbiamo saputo che l’ultimo dribbling, quello più difficile, non gli è riuscito.
Angiolino Calzà è morto giovedì 4 agosto a Rovereto, città dove viveva da molti anni. Il funerale si è svolto lunedì 8 nella Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina.
Nello Morandi
(nella foto la squadra della Olimpia, da sinistra: in alto Arnaldo Zancanaro, Attilio Olivieri, Nello Morandi, Loris Versini, Aldo Carmellini, Mario Proch (dirigente), Nino Zampiccoli (Presidente), Franco Viola (dirigente); accosciati: Augusto Bertamini, Bruno Angelini, Ernesto Grossi, Sergio Mattei, Sandro Parisi e Angiolino Calzà)