Cementificio di Sarche: consegnate in Provincia le firme contro la riaccensione
All’insegna dell’appello “Salviamo la valle dei Laghi”, l’omonimo comitato spontaneo rappresentato dal referente, Marco Pisoni, dal responsabile della comunicazione, Marco Albino Ferrari e da Andrea Tomasi, componente dell’organismo, ha consegnato nelle mani del presidente del Consiglio provinciale le 1.286 firme raccolte a sostegno della petizione popolare lanciata per dire “No alla riattivazione del Cementificio Sarche”.
Le tre ragioni della petizione sono state illustrate da Ferrari, ex direttore di “Meridiani Montagne” residente da qualche tempo in Valle dei Laghi.
La prima motivazione del “No” alla riaccensione dei forni è l’alto valore naturalistico e paesaggistico del territorio circostante, “piccolo e prezioso ambiente nel quale l’imponente Cementificio Sarche spiccha per la sua incoerenza con ciò che lo circonda”. Il comitato giudica “quanto mai inopportuna la messa in funzione del forno e la contestuale ripresa dell’attività estrattiva dalla cava adiacente”.
Secondo: Il sito industriale del cementificio di Sarche si trova in un’area nella quale le strade sono già intasate dall’intenso traffico di turisti e pendolari, ai quali si sommano numerosi mezzi pesanti. “Noi – precisa il Comitato – non ci opponiamo alla ripartenza di questo insediamento industriale per un interesse egoistico, come il nimby (not in my back yard), ma prendiamo atto di una realtà oggettivamente inadatta ad ospitare un incremento di traffico pesante per il trasporto di circa 250 mila tonnellate annue, come prevede lo stesso cementificio”.
Terza ragione: l’ormai celebre claim “Respira, sei in Trentino”, suonerebbe quantomeno beffardo se riaprisse un cementificio destinato a rilasciare nell’aria atmosfera sostanze inquinanti come il monossido di carbonio, ossidi di azoto e polveri. “Opporsi alla riattivazione delle ciminiere di Sarche – avvertono i presentatori della petizione – vuol dire fare una scelta incoerente con gli ingenti investimenti pubblicitari avallati dalla Provincia”.
Ultima considerazione del Comitato: le linee guida del biodistretto Valle dei Laghi prospettano un’importante possibilità di far coesistere agricoltura e turismo come fonti di sviluppo economico e di occupazione. Questo favorirebbe una crescita coerente con l’immagine del Trentino e con il percorso già intrapreso dalla Valle dei Laghi negli ultimi decenni, oltre che raccomandato dagli indirizzi europei e nel Pnrr per la valorizzazione delle peculiarità naturalistico-paesaggistiche di questo territorio, evitando di tornare a vecchi e inquinanti modelli industriali, per tutelare anche e in particolare la salute dei minori. Puntare su un turismo “leggero” e attivo, che riscopra gli antichi borghi e metta in primo piano la cultura locale, con la realizzazione di strutture ricettive come i bed&breakfast adatte a questo nuovo tipo di domanda, permetterebbe di creare molti più posti di lavoro di quelli, una trentina, promessi dal Cementificio.