Cementificio di Sarche, se ne parla in Provincia
Nella riunione informale del Consiglio comunale di Madruzzo, convocato d’urgenza per fare il punto della situazione riguardo la riaccensione del forno del cementificio, prevista all’inizio del 2022, l’unica novità emersa è che il primo di settembre si tiene una riunione in Provincia alla presenza dell’assessore Tonina, di tre rappresentanti dell’Italcementi e di due della maggioranza del Comune.
Un incontro istituzionale che si aspettava da tempo, vista la scottante questione che attraverso articoli giornalistici, interviste, prese di posizione di un Comitato ad hoc, tiene alto il dibattito da almeno tre mesi mesi. È probabile che questa convocazione urgente sia stata sollecitata dall’incontro di oggi in Provincia.
Nel Consiglio comunale Urgente non è emerso nella sostanza nulla di nuovo rispetto a quanto già di quanto appreso attraverso i canali di informazione e la risposta dell’assessore all’ambiente Tonina all’interrogazione del consigliere provinciale Marini, ossia la ferma volontà della Società di riprendere il ciclo completo della produzione del cemento (compresa l’attivazione del forno) in quanto già in possesso di autorizzazione integrata ambientale (AIA) da rivedere in base alle più recenti BAT di settore (adeguamento legislativo) e valida fino al 15 gennaio 2028.
In effetti la ripresa dell’attività del forno è legata alla nuova strategia aziendale, che vede nella realizzazione delle Grandi Opere (Tunnel del Brennero e Interramento della ferrovia) la possibilità di un notevole sviluppo produttivo che il cementificio di Sarche (compresa l’attigua cava fino ad ora parzialmente sfruttata) ne potrebbe derivare, visto che è l’unico in attività sul territorio regionale. Ma vi è di più. Già nel 2015, quando venne notevolmente ridotta l’attività del cementificio di Sarche, con il licenziamento di una quarantina di persone, in una riunione in Confindustria si parlava della preparazione di un nuovo tipo di cemento maggiormente resistente all’acqua e ottimale per la costruzione di gallerie. Fatte salve le garanzie dei controlli sulle emissioni (leit-motiv nella storia del cementificio), è emerso che le posizioni del Biodistretto della Valle dei Laghi, che aveva sollevato attraverso alcuni componenti il problema dando vita ad un Comitato ad hoc, come pure della Cantina Sociale Toblino, non siano contrarie alla completa della ripresa dell’attività del cementificio.
Fermamente contrari, invece, gli operatori del turismo, proprio alla vigilia del passaggio della Valle dei Laghi al nuovo ambito dell’Alto Garda.
MARIANO BOSETTI