“Al depuratore del Linfano superati i livelli massimi del carico organico”
Il depuratore al Linfano di Arco, nei primi quindici giorni di agosto, ha superato nettamente i livelli del carico organico massimo ammissibile. Progettato per una “trattabilità” massima di 25.700 abitanti equivalenti, si è andati oltre i 34.000. Un dato che preoccupa e che pone il sistema di depurazione all’attenzione delle Amministrazioni comunali di Arco, in primo luogo, ma anche a quelle di Riva e Nago Torbole. A mettere “nero su bianco” è Stefano Failoni, il tecnico che ha in gestione il depuratore, inoltrando una lettera all’Agenzia per la depurazione della Provincia di Trento, all’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente e alle Amministrazioni comunali di Arco, Riva e Nago Torbole. Come si ricorderà (qui l’articolo del 31 luglio scorso) i cattivi odori provenienti dal depuratore sono stati oggetto di una protesta da parte dei censiti di zona. Ma per il dirigente provinciale Gatti, invece, la colpa dell’aumento del materiale che arriva al depuratore è per la commistione delle acque nere con quelle bianche, scaricando di fatto la colpa al Comune. Dunque, tra “biomasse in ossidazione”, “abbattimento della frazione azotata” e altri tecnicismi che vengono utilizzati per spiegare il tutto, quello che è certo è che in zona la puzza si sente. La situazione è seria, afferma il sindaco di Arco Alessandro Betta, e servono interventi urgenti. L’impianto ormai datato (è stato costruito nel 1978) ha evidentemente bisogno di essere potenziato e riqualificato per l’aumentata presenza in estate di turisti residenti, dato questo incontestabile.