Arturo Brachetti incanta il pubblico al Castello di Arco
64 anni portati alla grande, una verve sul palco invidiabile, il ciuffo in testa che ormai lo contraddistingue, Arturo Brachetti è stato il fervido protagonista di un applauditissimo spettacolo sul prato della Lizza del castello di Arco. Iniziato con un po’ di ritardo a causa di un temporale, dalle dieci alle undici e mezza il grande trasformista torinese si è raccontato al numeroso pubblico. Sceso tra di loro armato di carta e penna ha chiesto di scrivere una domanda a quasi tutti, adulti e bambini che poi lui avrebbe letto e dato risposta. In tuta nera, scarpe bianche, non appena salito sul palco ha chiesto scusa a tutti perché non trovava le scarpe nere. In un attimo però le ha viste sul palco, si è coperto testa esclusa con un telo nero e ha detto “ora le indosso, sono magiche.” Niente, le scarpe non ne volevano sapere di entrargli nei piedi al posto delle bianche, e così in un batter di ciglia è apparso vestito con pantaloni bianchi, maglietta bianca e giacca bianca. Sarebbe bastato quello per il costo del biglietto. Invece Brachetti si è raccontato quasi senza segreti, anzi, facendo vedere qualcosa che da una sala di un teatro non si vede mai, il dietro le quinte, il cambio veloce grazie al personale dello staff, ma si è divertito ad insegnare ad un bambino del pubblico cosa si può fare e diventare con una tesa di feltro a mo’ di cappello, poi ha giocato con le ombre cinesi (una delle tante richieste del pubblico), ha spiegato com’è nata la sua passione divenuta un lavoro apprezzato in tutto il mondo. Un’ora e mezza in cui gli applausi al trasformista (ha giocato su come tanti lo chiamino “inverter”) si sono letteralmente sprecati. Un artista che il mondo intero ci invidia, un uomo semplice, alla mano ma dotato di un grandissimo talento. Per finire i segni zodiacali disegnati con le mani su di uno schermo di sabbia, altra grande dote di un grande artista che bene ha fatto l’amministrazione arcense a inserirlo in questa rassegna degli eventi dal nome “Il castello delle meraviglie”.