“Il depuratore del Linfano è vecchio è obsoleto”. La PAT: “No, è colpa del Comune”

Claudio Chiarani31/07/20214min
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Odori cattivi, perdite e altre lacune relative al depuratore in località Linfano di Arco sono state al centro di una protesta di residenti in zona che, da tempo, lamentano il cattivo funzionamento dell’impianto che assolve alla depurazione delle acque reflue. “I temporali e i cambiamenti repentini di una meteo instabile non fanno che aumentare i problemi dell’impianto, ormai vetusto e non più adeguato allo scopo per il quale era stato costruito anni fa” dicono i cittadini. L’intera zona interessata nei giorni scorsi è stata “invasa” dalle acque fuoruscite dall’impianto, con notevole disagio per i residenti di zona e anche con un evidente danno “d’immagine” legato alla stessa perché zona di transito di molti turisti per la pista ciclabile e passeggiata lungo il Sarca. Il sindaco di Arco Alessandro Betta era presente alla manifestazione per raccogliere le istanze dei residenti, che poi lui stesso ha rilanciato in Provincia che è competente della struttura. Tombini che esplodono, scarichi in casa che sgorgano acque nere, le campagne, quelle preziose in cui si coltiva il figlio del vento, ossia il pregiato broccolo, invase dai liquami puzzolenti. Insomma, una situazione non più sostenibile della quale si sono resi interpreti anche albergatori locali al fine di ottenere dalla Provincia un intervento in merito risolutivo. Quello di adeguare il depuratore alle esigenze di una popolazione cresciuta nel tempo. Ma tra le affermazioni dei residenti vi sarebbe anche quella legata ad un continuo sversamento da parte di mezzi pesanti di carichi non “locali”, ma di liquami provenienti dalla ex discarica della Maza e, soprattutto, di scarichi provenienti da altre zone del Trentino, in particolare sono state citate le aree della val Rendena e della val di Fassa. Un problema igienico e ambientale che va decisamente affrontato e risolto.
In risposta alle lamentele arriva una nota del dirigente dell’Agenzia depurazione provinciale Giovanni Battista Gatti, il quale afferma che il problema è da mettere in carico al Comune, in quanto le acque “nere” (scarichi fognari) vengono spesso convogliate assieme a quelle “bianche” (dalle cadotoie dei tombini), aumentando il flusso di acqua da trattare. “Gli impianti di depurazione in Busa funzionano perfettamente – ha detto il dirigente in seguito alle lamentele dei residenti – e sono adeguati al carico antropico”. Ribadendo che tutti gli impianti funzionano perfettamente e tutto quello che è stato detto e scritto sono solo illazioni e false notizie. Anche le tracimazioni? gli è stato chiesto. “Anche quelle – ha risposto – soprattutto quando piove molto e ci sono degli acquazzoni”. Insomma, quando il meteo fa i “capricci”, com’è capitato in due recenti occasioni, le acque bianche finiscono in quelle nere ed ai depuratori arrivano volumi d’acqua di cinque volte superiori e quindi scolma.
Un problema, questo, che terrà alto il dibattito nella calda estate altogardesana.

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