Il “Capriolo” Caproni in mostra a Trento
“L’industria AeroCaproni con i suoi aerei e le sue motociclette appartengono alla storia industriale del Trentino e del nostro Paese. La figura di Giovanni Battista Caproni, nato ad Arco e il fondatore, grazie alle sue straordinarie capacità progettuali e al talento innovativo fa parte, invece, della leggenda. Caproni è riuscito in una fase pionieristica dell’aviazione e dell’industria meccanica, ad affermarsi in due settori totalmente diversi, aria e terra, declinando ali e ruote.
Ha aperto i battenti la mostra “Dalle ali alle ruote: il Capriolo” presso il Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Mattarello, ed ha voluto innanzitutto celebrare il genio di Giovanni Battista Caproni. Il Capriolo è la leggendaria motocicletta che la AeroCaproni costruì fino agli anni ’60 prima ad Arco e poi negli stabilimenti di Roncafort e che ora viene celebrata con l’esposizione aperta fino a dicembre 2021.
Alla inaugurazione era presente anche Marco Melandri, campione del mondo di motociclismo e testimonial della giornata di apertura della mostra: “Salire su una moto mitica qual è stata il Capriolo – ha detto il campione – regala emozioni uniche perché avverti la passione e la cura certosina di chi l’ha progettata e costruita. Queste moto, tutte meccaniche, hanno reso grande il mondo delle due ruote, grazie all’autenticità dei mezzi e dei loro piloti”.
La mostra «Dalle ali alle ruote: il Capriolo. Epopea di una moto trentina (1951-1962)» è organizzata dalla Fondazione Museo storico del Trentino.
A Mattarello sono esposte motociclette Capriolo d’epoca, esemplari originali (o restaurati come gli originali), di cilindrata diversa e caratteristiche costruttive differenti. L’esposizione è inoltre arricchita da testi, foto e documenti che testimoniano l’evoluzione storica e tecnico-costruttiva di questa moto prodotta negli stabilimenti di Arco e di Gardolo, prima sotto l’insegna dell’Aero Caproni (1951-1957), poi sotto quella di Aeromere (1957-1962).
Il Capriolo uscì nel mercato italiano nel maggio del 1950, con un motore di 48 centimetri cubici a quattro tempi. Il mezzo era, all’epoca, un condensato di innovazione tecnica: un albero a gomito di traverso e la coppia conica per la trasmissione a catena, mentre la ciclistica era caratterizzata da un telaio è un monotubo superiore.
Meno di un anno arrivò il fratello maggiore, con cilindrata di 75 cc, che ebbe un successo straordinario. Il motore applicava un rivoluzionario albero verticale a due camme in testa. Il successo del Capriolo convinse la Caproni a spingersi ancora più avanti, nel 1952, con il Cento 50, un 150 cc. della stessa concezione, ma a due cilindri. La produzione cessò nel 1962.
la mostra è visitabile al Museo Caproni di Mattarello fino a fine anno, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 18.
Prenotazioni: [email protected]
Informazioni: mostre.museocaproni.it, [email protected]
Informazioni sul Capriolo: motocapriolo.net