Planaria terricola, rischi per il territorio nell’Alto Garda?

Claudio Chiarani27/05/20213min
PLANARIA TERRICOLA Diversibipalium_multilineatum


L’interrogazione del Gruppo consiliare misto a firma Alex Marini al presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder porta la data del 30 marzo scorso, Un’interrogazione volta a sapere se la Provincia di Trento abbia o meno intrapreso iniziative di competenza atte ad informare la popolazione del territorio alto gardesano sulle modalità e i rischi connessi alla presenza della “Planaria terricola” nel suolo agricolo. Il tutto, ovviamente al fine di adottare un piano misure volte a controllarne la diffusione. Ma cos’è la “planaria agricola?” Ce ne siamo occupati con un articolo pubblicato il 25 gennaio scorso a titolo “Allarme alle foci del Sarca: avvistato il verme asiatico”, un verme che il naturalista Daniel Iversen aveva individuato allo sbocco del fiume che alimenta il più grande lago italiano, rispettivamente il Sarca e il Garda. Un verme arrivato in Europa e da noi all’interno di terriccio e piante importate da quei luoghi di origine, ossia il continente asiatico. Un verme la cui diffusione sarebbe dannosa per il nostro ambiente e il suo ecosistema, in quanto predatore attivo che si nutre di lumache, coleotteri e lombrichi, la cui azione di questi ultimi è ben nota per il “bene” che svolgono con la loro attività di “rimescolamento” del suolo rendendolo fertile con l’ingestione di materia organica allo scopo di nutrirsi. Un verme, quello asiatico, che all’interno del proprio corpo possiede una potente tetrodo tossina ritenuta più tossica del cianuro di potassio. La stessa contenuta nel, forse, più noto pesce “palla.” Marini, dunque sollecitava la risposta in merito da parte degli organi provinciali preposti, risposta che è arrivata in data 24 maggio 2021 e che in sostanza afferma come “secondo quanto riportato nella scarna bibliografia è una specie che si riproduce per via agamica e che presenta il fenomeno della frammentazione (da parti del corpo si possono rigenerare individui interi) mentre è da accertare la produzione di tossine. Può avere un forte impatto sulla biodiversità del suolo trattandosi di specie predatrice e vorace, quindi molto competitiva. Sono, in ogni caso, in atto approfondimenti specifici, anche attraverso ulteriori rilievi, rispetto ai quali saranno diffusi i risultati.” La firma è dell’assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli.

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