COMMERCIO ALTO GARDA E LEDRO: “IMPRESE SFINITE PER DECISIONI SCELLERATE”
Si sta alzando un grido di dolore non più sommesso, quanto profondo e vibrante, che rimbomba nell’aria dell’Alto Garda e Ledro portando con sé le sofferenze fisiche, psicologiche ed economiche del tessuto sociale territoriale. Sono le grida di rabbia, rammarico e sconforto di tutti i lavoratori delle diverse categorie economiche locali. Sono “Confcommercio Alto Garda e Ledro” insieme ai Consorzi di commercianti “Riva in Centro”, “AssoCentro” di Arco e “Cento” di Nago Torbole a farsi portavoce di tutti gli imprenditori e associati di categoria per rendere palese all’opinione pubblica e alle istituzioni locali, provinciali e nazionali che le energie si stanno esaurendo.
“Che si è fatta insopportabile la sofferenza di gestire con assoluta difficoltà la situazione pandemica – scrivono le Associazioni di categoria in un comunicato congiunto – vuoi perché scientificamente imprevedibile per la mutabilità del virus, vuoi perché soggetta a scellerate decisioni, indecisioni, tentennamenti e scarsa previsione e organizzazione di Governo. Vuoi perché non sono stati presi in considerazione gli sforzi di tutte le categorie sedute attorno ai tavoli di lavoro per elaborare, per studiare e strutturare dei piani di azione che permettessero in primis la tutela alla salute dei dipendenti e dei clienti e in secondo luogo la possibilità di mantenere attive e funzionanti le singole attività.
Tutte queste ragioni messe assieme – prosegue il comunicato – con la seconda Pasqua cancellata dai calendari turistici, trovano con fatica l’energia per reagire. Tutte le imprese, gestite da centinaia di famiglie, con un indotto sociale prima ancora che economico sono oramai sfinite, prosciugate della linfa vitale che le ha da sempre animate nell’affrontare le numerose insidie del mondo imprenditoriale e sulle quali hanno imparato a proprie spese a crescere e a reagire. Sfinite e inascoltate. Una cecità che si nasconde dietro a termini propagandistici come “ristori”, più volte sbandierati e promessi e che in molti denunciano di non aver ricevuto quand’anche inadeguati a garantire il sostentamento di tutte le persone che orbitano attorno ad ogni singola impresa. Il sentimento è quello dell’abbandono, con la consapevolezza di essere stati sacrificati in nome di un’immagine, di false promesse, di mala gestione. C’è rassegnazione negli occhi di tutti, senza più lacrime da versare, senza più parole per confortarsi e farsi forza a vicenda. Si stanno spegnendo, animo dopo animo, attività dopo attività, famiglia dopo famiglia in una concatenazione che porterà a cancellare la vitalità di un intero territorio. Di tutto questo, qualcuno, forse non oggi, dovrà assumersi ogni singola responsabilità.
Eppure nonostante tutto – conclude il disperato appello – ognuna di queste realtà è pronta a ripartire. Ogni persona è pronta a mettere la propria professionalità a servizio della comunità, del territorio e del complesso indotto sociale ed economico che rappresenta. Nessuno vuole cedere davanti alle ingiustizie e alle iniquità.
Confcommercio Alto Garda e Ledro, Riva in Centro, AssoCentro e Cento non si arrenderanno e sono pronti a resistere oltre quel confine drammatico che a loro è già stato fatto valicare senza chiedere il permesso”.