Sotto pressione il reparto covid all’Ospedale di Arco
All’Ospedale di Arco i reparti di pneumologia e chirurgia sono stati riconvertiti in reparti Covid per fronteggiare la pandemia, ma i 34 posti letto a disposizione sono sempre occupati. Non appena se ne libera uno, un nuovo malato Covid si presenta in ospedale e il tempo che intercorre basta a malapena per il rifacimento del letto. Per di più questa volta il ritmo è ancora più martellante e il personale in prima linea è sotto pressione.
Il primario di pneumologia, il dottor Romano Nardelli, afferma che ora la situazione è più spiacevole rispetto al marzo scorso, in quanto il lockdown generale garantiva una minore esposizione al virus mentre adesso, con la riduzione delle restrizioni, sono molteplici i casi anche tra i contatti stretti. Indubbiamente l’ospedale è molto rigido sui protocolli, ma una volta usciti il rischio, paradossalmente, aumenta.
I medici e gli infermieri sono notevolmente più affaticati nella gestione e avendo già dovuto precedentemente affrontare la stessa realtà, stanno dando il massimo per lottare con la medesima forza. Non è nuovo quello che stanno vivendo e questo li aiuta ad adeguarsi alle circostanze al meglio delle loro possibilità. L’esperienza è essenziale, ma la mole di lavoro rimane invariata: i contagiati sono sempre tanti. Non si può dire di conoscere il virus, del resto è ancora “giovane”. Pertanto l’evoluzione rimane ancora un interrogativo, che si spera di risolvere nel tempo.
A questo proposito, prima della seconda ondata, in pneumologia ad Arco si effettuavano visite dei pazienti guariti dal coronavirus. Fortunatamente la maggioranza si è rimessa del tutto, e solo una piccola parte lamentava ancora sintomi.
(Alternanza scuola-lavoro liceo “A.Maffei” – Klaudia Vreto)