Amici della Sarca: “La piena causata dalla mancata manutenzione”

Redazione10/10/20204min
20201003_DSC3563 ARCO PIENA DELLA SARCA - GARDA TORBOLE

La piena del Sarca verificatasi il 3 ottobre con una portata difficilmente vista in passato ha provocato numerosi danni e determinato alcune prese di posizione. Questi fenomeni stanno diventando sempre più frequenti ed è necessario mettere in atto opportune strategie preventive.
L’associazione Amici della Sarca, che da anni si occupa della tutela dell’ambiente fluviale e della sua valorizzazione, ha da sempre affrontato il tema in occasione dei confronti ai quali ha partecipato negli ultimi anni, senza mai sottovalutare la problematica cercando, però, di individuare soluzioni che garantiscano la sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente fluviale.


“In diverse occasioni – scrivono in un documento – durante il percorso partecipativo che ha portato alla costituzione del parco fluviale della Sarca, è stato affrontato il tema della gestione dei bacini a monte del Basso Sarca, specialmente quello di Ponte Pià. In particolare il problema della pulizia periodica del bacino dai materiali e sedimenti che vi si accumulano nel tempo e che ne riducono la capienza.
“Da quanto ci risulta – scrivono dalla Associazione Amici della Sarca – è stato predisposto dai servizi competenti l’apposito piano di manutenzione del bacino con la pulizia dello stesso e lo smaltimento dei materiali. Il piano, elaborato con il supporto di esperti, non ha avuto però ancora attuazione dal punto di vista pratico. Sarebbe opportuno inoltre, visto che gli eventi meteorologici estremi sono prevedibili con una notevole precisione, capire se esistono modalità di rilascio dai bacini prima del verificarsi degli eventi , per mitigarne gli effetti e contenere la portata ( pratica già messa in atto più volte per il bacino dell’Adige)”.

Un altro tema che viene sollevato da più parti è quello della pulizia dell’alveo dalla vegetazione presente. Anche questa problematica avrebbe dovuto essere affrontata, in maniera costante, negli anni attraverso una pulizia dell’alveo che garantisca la salvaguardia dell’habitat fluviale con la creazione e manutenzione di nicchie ecologiche.
Un altro tema sollevato da qualche amministratore locale – concludono dalla Associazione – è stato quello del dragaggio del fiume. Nel tratto di fiume Sarca che attraversa il nostro territorio il residuo solido presente in alveo risulta molto limitato per la presenza a monte di numerose dighe e sbarramenti vari che trattengono i materiali. Questo tipo di “ pulizia dell’alveo” è un intervento che gli esperti ritengono dannoso in quanto modifica l’habitat, aumenta la velocità del flusso con conseguente incremento dei fattori di rischio per i ponti. Non vorremmo che la garanzia della sicurezza fluviale, costituisse il pretesto per tornare all’antico e trasformare il tratto della Sarca che attraversa il nostro territorio, già pesantemente antropizzato, in un canale. È opportuno ricordare che, al di là delle prese di posizione sulla stampa, da qualche anno esiste il Parco fluviale della Sarca e sarebbe importante anche in occasioni come queste valorizzarne il ruolo anche nella gestione delle emergenze, individuando, attraverso il confronto tra i diversi soggetti le strategie preventive da attuare, senza dimenticare che il fiume è un ambiente naturale da difendere e tutelare”.

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