Covid 19 e lupi al centro della Conferenza dei Capi di Governo di Arge Alp
Si è tenuta a Salisburgo la 51esima Conferenza dei capi di governo di Arge Alp, la Comunità di lavoro delle regioni alpine di cui fanno parte 10 regioni di 4 Paesi: Austria, con i Länder Tirolo, Salisburgo e Vorarlberg; Germania, con il Libero Stato della Baviera; Italia, con le regioni Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige; Svizzera, con i Cantoni Grigioni, Ticino e San Gallo. Per il Trentino ha partecipato in videoconferenza il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, assieme alla responsabile del Servizio grandi eventi e relazioni esterne Marilena Defrancesco.
Al centro dei lavori, in primo luogo, la pandemia di Coronavirus. L’Arge Alp ha adottato a questo proposito una Dichiarazione che impegna i soggetti aderenti a ricercare un approccio comune, fondato sui dati e parametri oggettivi, in particolare per quanto riguarda le eventuali limitazioni alla libertà di spostamento da un territorio all’altro e i blocchi ai confini. Il vicepresidente della Provincia è intervenuto sulla Dichiarazione avente per oggetto il ritorno del lupo, sottolineando come l’agricoltura e la pastorizia di montagna vadano difese e valorizzate, nel quadro di una strategia complessiva per la lotta allo spopolamento delle alte quote. Questa difesa, se necessario, deve passare anche attraverso una revisione della direttiva europea Habitat, le cui tutele risultano essere oggi eccessive, considerato che il lupo non può più essere considerato una specie “a rischio estinzione”.
Da oggi la presidenza della Conferenza di Arge Alp passa da Salisburgo alla Lombardia, per la durata di un anno.
Si è passati quindi a discutere una Dichiarazione sulla minaccia all’agricoltura e all’alpeggio di montagna rappresentata dai grandi predatori e in particolare dal ritorno incontrollato dei lupi alle alte quote. Il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento ha ricordato che il Trentino è fortemente preoccupato per la presenza dei grandi carnivori, che stanno creando problemi crescenti all’agricoltura di montagna. È importante quindi che Arge Alp prenda posizione al fine di salvaguardare l’agricoltura e la zootecnia alle alte quote. In altri territori, come gli Appennini, le attività umane tradizionali hanno progressivamente abbandonato la montagna. Nelle regioni alpine, invece grazie anche alle attenzioni riservate loro, in termini di aiuti pubblici, servizi e quant’altro, hanno continuato a mantenere la loro presenza, generando benefici anche per il paesaggio e l’indotto turistico. Il Trentino, come sottolineato ancora dal vicepresidente, vuole continuare su questa strada, chiedendo che la gestione del problema venga affidata alle regioni, pur all’interno di una cornice uniforme.