La marcia delle carrozzine da Arco a Riva, protesta per colmare un vuoto legislativo
Dal piazzale ex Carmellini di Arco a piazza Costituzione di Riva del Garda a per dire che “Ci siamo anche noi e abbiamo gli stessi diritti di tutti”.
Diritti “violati” per chi è disabile e costretto ad usare una carrozzina o un mezzo elettrico. Sette anni dopo ecco la seconda edizione della “Marcia delle Carrozzine” con lo scopo di sensibilizzare opinione pubblica ma soprattutto le autorità competenti sul delicato tema delle persone che per spostarsi hanno bisogno d’aiuto. Un numeroso corteo con striscioni e tamburi organizzato dalla omonima associazione è partito da Arco, ne ha attraversato il centro e poi sulla ciclabile che costeggia la Statale per giungere a Riva e dire a tutti che è ora di fare qualcosa per loro ma, soprattutto, colmare un vuoto legislativo che dia loro dignità sociale. I mezzi sui quali viaggiano non sono riconosciuti dal Codice della strada. Il Governo si è prodigato per legiferare sui monopattini, ad esempio, tanto in voga in questi giorni con tanto di bonus per l’acquisto, ma è altrettanto lento e irremovibile sul mettere in campo delle norme dedicate a chi, invece, deve spostarsi in modo autonomo con carrozzine o mezzi elettrici. Augusto Tamburini, vicepresidente dell’Associazione, questa lotta la porta avanti da almeno quarant’anni e non molla, anzi. “Non è che ci siamo da ieri – ha detto – ma lo Stato fa da sempre lo gnorri. Le nostre carrozzine elettriche sono fuorilegge ma noi per muoversi necessitiamo di strade adatte, corsie, marciapiedi. Non possiamo targarle e sono sette anni che nessuno fa nulla in questa direzione. Eppure ci siamo fatti sentire più volte con le nostre manifestazioni. Nulla anche a livello provinciale. Ignorati completamente”. Una vergogna tutta italiana.