Conventino Inviolata a Riva: scoperti i soffitti lignei

Redazione11/08/20173min
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Sopralluogo, nel pomeriggio di martedì 8 agosto, all’ex convento dell’Inviolata, dove dalla metà di marzo è in corso un importante intervento di restauro, che ha già fornito dati di grande interesse e portato a rinvenimenti inattesi: in particolare i soffitti lignei originari al primo piano, tra i quali una bella struttura in legno dipinto nella stanza superiore al refettorio.
Al sopralluogo hanno preso parte il sindaco Adalberto Mosaner con l’assessora alla cultura Renza Bollettin e la vice segretaria generale Anna Cattoi; per il Museo Alto Garda il responsabile Gianni Pellegrini e la coordinatrice Claudia Gelmi; i responsabili della sorveglianza dei lavori, arch. Cinzia D’Agostino (Soprintendenza provinciale ai beni architettonici) e Roberto Perini (restauratore della Soprintendenza ai beni culturali); per la Provincia (Agenzia provinciale per le opere pubbliche, Servizio opere civili) Claudio Pisetta, responsabile dei lavori, Enrico Depetris, direttore dei lavori, con Stefano Torboli e Claudio Calovi, assistenti; inoltre, il progettista delle opere architettoniche, l’arch. Sandro Aita.
Un primo dato positivo viene dal cronoprogramma dei lavori, che finora è stato possibile rispettare nonostante alcuni piccoli imprevisti, inevitabili nei casi di interventi di restauro così complessi. I lavori, iniziati il 13 marzo, hanno una durata prevista in 540 giorni (conclusione prevista per il 30 agosto 2018). Ad eseguirli è la ditta Lares Restauri Srl di Venezia. Nel corso del sopralluogo i funzionari della Provincia hanno inoltre anticipato che è stato fissato a ottobre il bando per l’assegnazione del secondo lotto di lavori, quelli di restauro degli affreschi, i cui lavori dovrebbero sovrapporsi, in termini di durata, a quelli in corso.
I lavori eseguiti finora hanno già fornito nuovi dati sulle tecniche costruttive e sugli adattamenti subiti dal convento, oltre a finiture e decorazioni che risultavano occultate da strutture posteriori come i controsoffitti in malta paglia. In particolare al primo piano, dove si trovavano le celle dei frati Gerolimini, con gli accessi segnalati da affreschi con immagini di venerabili rappresentanti dell’ordine: qui sono emersi i soffitti lignei originari, tra i quali una bella struttura in legno dipinto nella stanza superiore al refettorio. Il soffitto riccamente decorato è attribuibile al XVII secolo, eseguito con disegno seriale a volute fitoformi in bicromia nella gamma delle terre. La decorazione interessa anche le pareti con riquadrature e cornici che riprendono i toni cromatici della decorazione a soffitto. La stanza si distingueva quindi dalla semplicità delle celle, sia in decorazione che in ampiezza, forse destinata alle riunioni dei padri o come studiolo, e aveva accesso da un andito ricco di decorazioni parietali. Il restauro informerà di ulteriori particolari, ma già ora è emerso un nuovo, prezioso tassello del monastero dell’Inviolata, capolavoro seicentesco patrocinato dai Madruzzo e donato all’ordine che custodiva il complesso di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma, dove i cardinali trentini avevano eretto la propria cappella sepolcrale.

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