La Corte Costituzionale spiegata dal Magistrato Aldo Giuliani al Rotary di Riva del Garda
Tutte le Leggi devono rispettare la Costituzione Italiana, nella quale sono espressi dai padri costituenti i principi fondamentali del nostro vivere quotidiano. Lo ha ribadito Aldo Giuliani, già importante “colonna” del Tribunale di Trento e ora assistente di Daria De Petris, l’ex rettrice dell’università di Trento ora Giudice della Corte Costituzionale, nel suo intervento l’altra sera presso l’Hotel Liberty di Riva del Garda sulle funzioni dell’importante organo della nostra Repubblica nella relazionare ai soci del Rotary Club. La Corte Costituzionale è un organo di garanzia costituzionale al quale è demandato il compito di giudicare, appunto, la legittimità degli atti dello Stato e delle regioni, dirimendo eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri delle istituzioni e tra le Regioni stesse. È chiamato altresì ad esprimersi su eventuali atti d’accusa nei confronti del Presidente della Repubblica e verificare l’ammissibilità di eventuali referendum abrogativi. Trovò attuazione nel 1955 con la Legge costituzionale 1/53 e successiva legge ordinaria n° 87/53, la sede è a Roma al Palazzo della Consulta che si trova accanto al Quirinale. “La Corte Costituzionale – ha detto nella sua relazione il Magistrato – si compone di 15 giudici così nominati: 5 dalle supreme magistrature ordinarie e amministrative dello Stato (in particolare 3 dalla Corte di cassazione; 1 dal Consiglio di Stato; 1 dalla Corte dei conti); 5 nominati dal Parlamento a Camere riunite; 5 scelti dal presidente della Repubblica. I giudici rimangono in carica 9 anni e non possono essere rieletti.” Con dovizia di particolari il giudice Giuliani ha spiegato ai soci convenuti le funzioni, i compiti e, soprattutto, come molte sentenze negli anni siano state incisive sul costume italiano. “Si pensi – ha detto Giuliani – all’adulterio, che una volta se lo commetteva un uomo era quasi minimizzato. Guai, invece, se a commetterlo era la donna. Per l’uomo esisteva anche l’attenuante del “delitto generico”, ossia la scoperta del coniuge infedele e si chiamava “concubinato.” Ma si pensi ad una delle vittorie di oggi, altro esempio, come il poter dare ai propri figli, oltre al cognome del marito anche quello della moglie.” La serata è terminata con interessanti domande sulla funzione sia della Corte Costituzionale sia sui vari temi nei quali è chiamata in causa. Si pensi che nel 2019 la Corte si è espressa su ben 250 diversi questioni.