Zeni a Roma: attivati gli indicatori per misurare le performances della sanità trentina

Redazione05/07/20177min
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L’assessore provinciale alla salute Luca Zeni ha partecipato stamani a Roma alla Tavola rotonda organizzata da Crea-Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, nell’ambito della presentazione del V rapporto nazionale sulla valutazione dei sistemi sanitari regionali. La valutazione prende in considerazione le prospettive dei diversi interlocutori del sistema sanitario – utenti, management aziendale, professioni sanitarie, istituzioni e industria medicale. “Il rapporto ha confermato le ottime performance del Trentino sul piano clinico, assistenziale ed equitativo, ed evidenziato un elevato livello di spesa sanitaria pro-capite – ha detto Daniela d’Angela, responsabile del progetto – . Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, in questa edizione del progetto, la selezione di tre indicatori di spesa sanitaria e la maggiore rappresentanza nel panel di stakeholder operanti in regioni impegnate nel Piano di rientro dal deficit, che evidentemente ritengono che una riduzione della stessa sia associata ad un miglioramento della performance , ha ‘premiato’ maggiormente le realtà con una spesa sanitaria più bassa. Anche se a tal proposito non si può ignorare l’evidenza che livelli di esiti migliori siano associati a realtà con maggiore spesa.”
Questo orientamento ha però penalizzato il Trentino, che in virtù della sua Autonomia ha fatto scelte diverse, in direzione di un servizio sanitario più inclusivo, pur senza rinunciare al rigore dei conti pubblici.
Al termine dell’incontro l’assessore Zeni ha concordato pertanto con Crea la realizzazione di un focus specifico sulla spesa sanitaria nella realtà trentina, che prenda in considerazione un più ampio ventaglio di indicatori, che tengano conto della specificità del territorio montano, dei servizi erogati ed in generale della soddisfazione dell’utenza. Un passo importante, questo, per far sì che nella valutazione si consideri non solo il puro dato economico ma il contesto in cui le prestazioni sanitarie si calano e delle scelte politiche legittimamente operate dagli amministratori per assicurare sull’intero territorio l’accesso a prestazioni ospedaliere ed extra-ospedaliere inclusive e di qualità. “Sappiamo da molto tempo che il punto di forza del nostro sistema è legato ad esiti clinici positivi e ad una universalità del sistema che altrove non c’è – spiega Zeni – . E sappiamo anche che i punti di debolezza principali sono i costi elevati e un maggior numero di prestazioni erogate rispetto agli standard.
Lo studio di Crea quest’anno si concentra proprio su questi aspetti economici, che tuttavia non sono di per sé indice di inefficienze del sistema.
Dal punto di vista dei cambiamenti, anche con questi criteri è positivo il fatto che il Trentino sia tra i pochi che hanno migliorato come prestazioni assolute.
Con l’approfondimento sul Trentino che l’assessore Zeni ha concordato con Crea di realizzare, ci si propone di scorporare eventuali costi superflui da quelli riconducibili alle scelte di fondo della sanità trentina e agli obiettivi attesi. In tal modo si potranno chiarire gli aspetti più importanti e spesso fraintesi a livello nazionale, ma che emergono invece ad esempio dalla valutazione dell’Istituto di Management del Sant’Anna di Pisa, che confronta i costi dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari con quella di altre realtà più simili, alpine e appenniniche e che dimostra come per certe voci vi siano in Trentino costi anche inferiori ad altre regioni montane, a fronte di prestazioni più ampie.
La lettura del Trentino dei dati del V rapporto è stata confermata anche dalle parole del Direttore Generale della Direzione della programmazione Sanitaria Andrea Urbani che durante la tavola rotonda ha avuto modo di sottolineare come “la sanità trentina in termini di qualità è probabilmente la migliore del Paese ”, e dell’onorevole Giovanni Monchiero, componente della Commissione Affari Sociali della Camera, che ha dichiarato “il Trentino è una delle migliori sanità italiane. Il peso attribuito in questa sede agli indicatori economici risulta fuorviante”.
La scelta di dare maggiore rilievo agli indicatori economici, nella compilazione di questa nuova edizione del rapporto nazionale, ha dunque penalizzato il Trentino e in parte anche le altre regioni e province autonome, che presentano un valore di spesa sanitaria più elevato rispetto alla media nazionale. Ma questo perché? Innanzitutto per ragioni ambientali: i servizi ospedalieri e di assistenza di base sono distribuiti in un contesto geografico difficile, esteso e perlopiù montano. In secondo luogo per la nota difficoltà di valutare a livello nazionale l’assistenza extra-ospedaliera, su cui il Trentino ha investito moltissimo. Va anche tenuto conto del fatto che il contratto sanitario provinciale assicura al personale un trattamento migliore che altrove, scelta che però rappresenta un valore aggiunto per il sistema nel suo complesso e si traduce in prestazioni di elevata qualità nei confronti dell’utenza. Ed ancora: in Trentino vengono assicurati livelli aggiuntivi di assistenza extra-Lea, che vanno dall’assistenza odontoiatrica alla protonterapia. Infine, l’ampiezza e la qualità dei servizi per gli anziani è molto più elevata che in altre realtà regionali.
Il Trentino – come illustrato dall’assessore Zeni nel corso della Tavola rotonda – aderisce al Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali gestito dal Laboratorio MeS (Management e Sanità) dell’Istituto di Management del Sant’Anna di Pisa, che consente un confronto mirato tra i costi dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e altre realtà più simili come geografia del territorio (come possono essere aziende sanitarie con bacini di popolazione simili interamente collocate su un territorio alpino o appenninico). Da questo confronto emergono situazioni assai più simili e, per alcuni specifici ambiti di assistenza collettiva e distrettuale, la Provincia autonoma di Trento registra livelli di spesa inferiori ad altre realtà.
D’altro canto, come emerso durante il project work di Crea, l’Italia “soffre” di una carenza informativa strutturata soprattutto per l’assistenza extra-ospedaliera. Il Trentino ha effettuato negli ultimi anni un enorme investimento pubblico in servizi e cure distribuite capillarmente sul territorio. Anche di questo si dovrà tenere conto nel focus che il Consorzio realizzerà in futuro sull’assistenza sanitaria trentina.

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