Il lago di Loppio splende in tutta la sua bellezza
Alveo pieno d’acqua, piante che affondano le radici nel terreno zuppo grazie alle piogge incessanti di novembre, magia unica nel guardare quel biotopo che torna periodicamente a rivivere dopo esser stato “sacrificato” più di sessant’anni fa per la costruzione della galleria Adige-Garda. Era il 1956, infatti, quando quell’opera richiese il completo prosciugamento dell’antico laghetto, mai dimenticato dalle generazioni che, oltre a chi lo aveva sempre visto, in seguito ne avevano sentito parlare dai genitori o visto in fotografia. Un innalzamento della falda che, sebbene non sia al suo massimo (il lago raggiungeva al massimo i quattro metri) innesca oggi una qualche preoccupazione ai residenti di Nago i quali, nell’inverno 2011/2012 in occasione del verificarsi dello stesso fenomeno, avevano subito allagamenti nelle cantine e nei garage. Acqua che successivamente defluiva nella Roggia del Molin e, a seguire, nella piana di Torbole.
Loppio, dunque, che da trent’anni è un biotopo provinciale e che sull’isola di S.Andrea vanta reperti archeologici, è una bellezza paesaggistica di 600 mila metri quadri, lunga poco meno di due chilometri e larga cinquecento metri già presa in essere dagli uffici provinciali con un progetto destinato al suo rinvaso. Un progetto che nel 2010 l’allora consigliere provinciale Claudio Civettini aveva preso in esame evidenziato diversi errori sui volumi d’acqua che andavano persi per filtrazione, supportato dai dati forniti dall’associazione “Amanti della natura per il ripristino del lago di Loppio.”