Il dramma delle morti sul lavoro, i Sindacati presidiano il Consiglio Provinciale
Le “morti bianche”, ovvero quelle sul lavoro, negli ultimi dodici mesi sono più che raddoppiate in Trentino. È un dato straordinariamente preoccupante che i sindacati hanno voluto sottoporre giovedì 28 novembre ai consiglieri provinciali. Un presidio con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil si è raccolto davanti ai palazzi della Provincia e della Regione, poi una delegazione è stata accolta dal presidente Walter Kaswalder, che ha subito riconosciuto la rilevanza sociale del tema posto e ha infine avanzato anche la proposta di organizzare un momento di confronto più strutturato e documentato.
Manuela Faggioni ha detto che servono più risorse dal bilancio provinciale per consentire più controlli nei posti di lavoro e più formazione dei lavoratori. L’Ispettorato del lavoro conta 30 addetti in tutto, servono più ispettori Uopsal, per una fitta azione preventiva.
Milena Sega ha osservato che gli stessi cambiamenti del clima impongono interventi di difesa idrogeologica, che diventano anche protezione dei lavoratori. Casi come la morte di un operaio alla Marangoni o il decesso del dipendente Unifarm non devono più ripetersi, si deve affrontare seriamente anche il tema specifico del microclima aziendale. C’è poi da valutare che oggi in Trentino lavorano 43.000 over 55, ma tra 10 anni saranno 80 mila: c’è quindi la necessità di essere lungimiranti e ripensare tempi e pause del lavoro, mettendo mano alle previsioni contrattuali, per adeguarle a una popolazione che invecchia inesorabilmente.
Marcella Tomasi ha evidenziato in modo particolare l’innalzamento dell’età media di chi opera in campo sociosanitario.
All’incontro c’erano i consiglieri provinciali Dalzocchio, Demagri, Degasperi, Ghezzi, Coppola, Job, Ferrari, Rossi e Masè.
Lucia Coppola ha elogiato l’iniziativa del sindacato su un tema così drammatico. Filippo Degasperi ha detto di avere depositato con il collega Ghezzi un’interrogazione, che riguarda una delle società controllate dalla Pat, in cui la magistratura avrebbe rilevato una lunga serie di inosservanza delle regole antinfortunistiche. Si predica bene, ma si razzola male, secondo il consigliere, tant’è che anche le ispezioni programmate dei vigili del fuoco nei cantieri, negli asili, nelle strutture industriali sono state drasticamente tagliate.
Ivano Job ha citato due aspetti critici: l’impreparazione pratica dei giovani che escono dalle scuole professionali; la presenza nel Progettone di lavoratori troppo giovani, che toglie spazio agli anziani oggettivamente inadatti ad affrontare certi rischi d’infortunio.
Paola Demagri ha chiesto dati sull’attuazione e le criticità legate alla legge 81. Ugo Rossi ha detto che sul tavolo devono uscire i dati in possesso di assessorato, Apss, sindacati, in modo da affrontare una disamina seria dei problemi. Mara Dalzocchio ha chiesto che sia fornito anche il dato disaggregato delle morti sul lavoro rubricate come incidenti stradali.