ADESSO ANCHE GLI OLIVI DEL BRIONE HANNO LA LORO ACQUA
Il progetto che nel lontano 1954, ben 65 anni fa, fu ideato da un ristretto numero di persone tra cui don Vittorio Pisoni e i due ingegneri Giulio Angelini e Achille Cretti, ripreso molti anni dopo (era il 2003) con la ferma volontà di portarlo a termine, ha chiuso il cerchio. Gli olivi sul Monte Brione, simbolo rivano per eccellenza, ora hanno il loro impianto d’irrigazione a goccia. Un progetto, va detto, quello iniziale che non includeva solamente gli olivi rivani bensì tutti gli appezzamenti della Busa laddove la nobile pianta cresce rigogliosa dando i suoi frutti a chi le coltiva ma anche a chi poi acquista l’olio. Il Consorzio di secondo grado ha raggiunto il suo obiettivo: portare l’acqua che serve laddove in duemila anni non c’è mai stata. Ora con l’irrigazione a goccia si potrà garantire una produzione continua e costante dell’extravergine d’olio d’oliva, giusto premio al lavoro degli olivicoltori visti anche i numerosi premi che la produzione locale si è vista assegnare in questi ultimi anni. Sono state messe a dimora numerose opere di presa dell’acqua che viene recuperata dalla condotta idroelettrica Toblino-Torbole e, ma in minima parte, dalla sorgente dell’Ert che scaturisce ai piedi del Monte Tombio sul lato ovest della Busa. Poi, una volta raggiunto il deposito al Cretaccio con una pompa sarà inviata alla condotta che la invia al serbatoio posizionato in cima al Brione, vicino al ripetitore televisivo, Da qui la distribuirà, grazie alle opere di presa come detto, all’impianto che consta di tanti tubicini lungo i filari delle piante sotto forma di numerose gocce benefiche. Impianto completamente interrato che non stravolge a vista bellissima dell’olivaia.