Trentino: 150 anziani ogni 100 giovani, gli 80enni sono quasi raddoppiati

Redazione19/05/20193min
ANZIANI-ACCOMPAGNAMENTO

La demografia parla chiaro: oggi in Trentino ci sono 150 anziani ogni 100 giovani (nel 1986 erano 86); in tre lustri, l’età media è salita di 3 anni; i nati si sono ridotti di quasi un quinto (-18%); gli ultra 80enni sono quasi raddoppiati (+89%); a breve, celibi e nubili supereranno le coppie. Sono solo alcuni dei dati contenuti in “Crescere in Trentino. Rapporto biennale sullo stato di attuazione del sistema integrato delle politiche giovanili” approvato dalla Giunta. Il volume raccoglie dati strutturali relativi a demografia, scuola, mercato del lavoro e racconta cosa viene realizzato sul territorio per le nuove generazioni. Invecchiamento, genitorialità sempre più rara e posticipata, difficoltà di trovare lavoro, ma anche supporto a partecipazione attiva e consapevole, servizio civile, cittadinanza digitale, certificazione di competenze, formazione di operatori.
L’allarme demografico, spesso ripreso da analisti ed esperti, riguarda lo squilibrio tra le generazioni con la drastica riduzione della compagine giovanile. Un fenomeno che interessa tutto il vecchio continente e non vi si sottrae neanche la nostra provincia: a inizio 2018 in Trentino risiedevano 94.978 minorenni, il 17,6% della popolazione. Mentre i 17enni erano 5.666, i bambini sotto l’anno erano solo 4.468: una differenza in negativo di 1.198 individui, segno di una continua contrazione delle nuove generazioni.
Infatti, nel 2010 in Trentino sono nati 5.454 bambini; nel 2017 appena 4.495: quasi un quinto in meno (-18%). All’opposto, la popolazione anziana è in forte aumento: dal 2000 gli ultra 65enni sono cresciuti di +39% e gli ultra 80enni addirittura del +89%, praticamente duplicati. Oggi gli ultra 65enni sono il 21,7% della popolazione. L’indice di vecchiaia è salito da 107 nel 1990 a 150 nel 2018: significa che oggi in Trentino ci sono 150 anziani ogni 100 giovani; nel 1990 erano 107 (nel 1986 appena 86). Questa crescita sta portando a forti squilibri inter-generazionali che gravano e graveranno sempre più sulla sostenibilità dei nostri sistemi di welfare, sanità, previdenza, ma anche sull’organizzazione delle nostre scuole, cui arriveranno sempre meno alunni e studenti, e del mercato del lavoro cui approderanno sempre meno lavoratori (e quindi sempre meno contribuenti). Inoltre, le difficoltà di ingresso nel sistema produttivo rallentano i tempi di emancipazione dei giovani dalla famiglia d’origine e quindi la creazione di nuove famiglie e le nascite.
Le azioni di studio sono avvenute inizialmente con “OGI – Osservatorio permanente sulla condizione dell’infanzia e dei giovani” (inserito in Iprase, l’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa) che ha curato numerosi approfondimenti dedicati ai giovani, alle loro caratteristiche e ai loro bisogni.
La competenza è stata rinnovata e trasferita all’Agenzia provinciale per la famiglia, natalità e politiche giovanili con modifiche e aggiunte che palesano l’intento e l’auspicio che l’interazione tra azioni di analisi e politiche praticate diventi sempre più stretta e per questo sempre più sinergica e proficua.