Memorie della Prima guerra mondiale, visita a palazzo Zucchelli e Caval Bianco

Per “Palazzi Aperti” i Comuni di Arco e di Dro, in collaborazione con il comitato Pro Chiesa Sant’Antonio, propongono domenica 12 maggio «Memorie della Prima guerra mondiale», un itinerario guidato a Palazzo Zucchelli e all’edificio dell’antico albergo Caval Bianco a Ceniga, entrambi legati alla vicenda dei legionari cecoslovacchi giustiziati ad Arco, e più ampiamente al primo conflitto mondiale. Visite ai due palazzi con conferenza di esperti dalle ore 14.30 alle ore 17.30 (ultima visita alle 17). Il percorso è gratuito.
Il 22 settembre 1918 morivano ad Arco, impiccati a degli ulivi lungo la strada che da Prabi sale verso Ceniga, quattro giovani boemi che vestivano la divisa della Legione Cecoslovacca aggregata agli Alpini dell’esercito italiano e combattente sul monte Baldo. Un quinto soldato, giovanissimo, identificato come minorenne (la maggiore all’epoca età era a 21 anni) e pertanto non giustiziabile, fu incarcerato con la medesima accusa di diserzione e tradimento. Avevano infatti abbandonato le file dell’esercito imperialregio, per motivazioni indipendentiste e nazionaliste molto affini all’irredentismo trentino dello stesso periodo; furono catturati nei pressi del Doss Alto e quindi trasferiti presso il comando dell’esercito austriaco, che si trovava a Palazzo Zucchelli a Ceniga. Qui furono tutti processati e nelle fasi del processo incarcerati nelle cantine dell’edificio che ospitava, a quel tempo, l’albergo Caval Bianco (ma che in precedenza, nei felici tempi del Kurort arcense, aveva anche avuto il nome di hotel North America). In questi angusti spazi ancora adesso, per quanto a fatica, si possono intravedere firme e graffiti degli sventurati che patirono il tribunale di guerra per i più svariati motivi. Finita la guerra, i quattro legionari morti trovarono sepoltura per alcuni anni nel cimitero di Arco, ricordati con un monumento funebre assai imponente. A seguito del trasferimento delle loro salme al cimitero di Olsany, a Praga, il monumento al cimitero andò perduto e il ricordo di queste quattro vite spezzate fu celebrato con un nuovo monumento, costruito proprio nel luogo dove i quattro furono impiccati, e l’antica via che da Arco conduce a Ceniga prese il nome di via dei Legionari Cecoslovacchi”, che porta ancora oggi.