Lotta ai virus West Nile e Usutu: il Trentino adotta il Piano nazionale 2019

Redazione24/04/20193min
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Il Trentino adotta il “Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu – 2019”, emanato dal Ministero della Salute. La decisione è stata assunta dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali, demandando all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, al Servizio Foreste e Fauna e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, l’attuazione degli adempimenti previsti. I virus in questione possono passare dalle popolazioni aviarie, principali veicoli del virus, ai mammiferi e quindi anche agli esseri umani, attraverso i cosiddetti vettori-ponte, ovvero quelle specie di zanzare che pungono sia gli uccelli che i mammiferi. Il territorio trentino rientra comunque tra le aree “a rischio minimo di trasmissione”. L’Apss provvederà ad attuare le misure di sorveglianza disposte dal Ministero, in particolare: sorveglianza dei casi di sintomatologia nervosa negli equidi (solo per West Nile); sorveglianza su esemplari di uccelli selvatici rinvenuti morti appartenenti agli ordini dei Passeriformi, Ciconiformi, Caradriformi, Falconiformi e Strigiformi; sorveglianza dei casi di malattia neuro-invasiva e/o di infezioni recenti umani. L’Amministrazione provinciale può inoltre definire eventuali misure o attività straordinarie, previa valutazione da parte del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali.
Il virus West Nile è stato segnalato in Europa a partire dal 1958 ed è un virus non contagioso trasmesso da alcune specie di zanzare. Le persone e gli equidi sono ospiti “a fondo cieco”, cioè non trasmettono a loro volta l’infezione anche quando ne sono vittime. L’infezione decorre in maniera asintomatica nella maggior parte dei casi. Tuttavia nelle categorie a rischio (età avanzata e/o soggetti immunocompromessi) può manifestarsi con sintomi neurologici gravi.
Il virus Usutu è stato osservato per la prima volta in Europa nel 1996. La sua comparsa ha determinato mortalità significativa tra le popolazioni di merli e altre specie aviarie in Italia e, successivamente, in altri paesi europei.
Entrambi i virus, come dicevamo, sono trasmessi ai mammmiferi da zanzare che in precedenza hanno punto uccelli già infetti. In considerazione della complessità del loro ciclo biologico, la sorveglianza mirata a rilevarne la circolazione rende indispensabile la collaborazione di soggetti diversi, che operano in campo entomologico, veterinario ed umano.