L’ACQUA TROPPO CALDA DEL GARDA NON AIUTA LA RIPRODUZIONE DEL LAVARELLO
L’ “allarme” nelle acque del Garda trentino lo lancia l’ultimo pescatore professionista di zona Alberto Rania di Riva, uno che ha lasciato il posto fisso per dedicarsi alla sua passione. “La temperatura dell’acqua del lago di Garda è troppo alta – spiega Alberto Rania riprendendo gli “allarmi che i suoi colleghi che pescano nelle acque venete hanno lanciato giorni fa – e così il coregone (o lavarello se si preferisce) non riesce a riprodursi.” Ovvero avviene in forte ritardo ai cicli della natura e della specie, proprio a causa dell’innalzamento della temperatura dell’acqua del lago. Dieci gradi è la soglia massima per la quale possa avere inizio la “frega”, ossia la deposizione delle uova della specie che poi, una volta fecondate, possono dar vita ai nuovi nati. Secondo Rania, però, questo è un problema che interessa anche le altre specie che vivono nel Garda, un ritardo generale causato dall’innalzamento della temperatura della terra che si ripercuote anche sull’acqua. Che fare, dunque, oltre a vietare la pesca nei giorni di frega affinché i nuovi nati possano librarsi nelle acque del Garda fino all’età in cui possono essere pescati? Le uova depositate sulle spiagge, poi, sono prelevate per finire negli incubatoi di Desenzano e Bardolino da dove, dopo aver raggiunto l’età adulta (quattro anni circa) vengono lasciati liberi per la pesca.