Trovato l’accordo sul rinnovo del contratto collettivo per 14.000 operatori della Pubblica amministrazione trentina

Siglato fra l’Agenzia per la rappresentanza negoziale (APRAN) e i sindacati di categoria di CGIL, CISL e UIL, dopo una trattativa durata più di anno, il contratto collettivo per i dipendenti del comparto di Comuni, APSP (ex case di riposo), Provincia e suoi enti strumentali pubblici. Il nuovo contratto di lavoro, per il triennio 2016-2018, si applica a circa 14.000 dipendenti. In totale le risorse a carico del bilancio provinciale per questo rinnovo ammontano a oltre 10 milioni di euro all’anno, in aggiunta agli aumenti già riconosciuti dal Contratto collettivo provinciale di lavoro-CCPL stralcio del 23 dicembre 2016. Ora si attende il definitivo avallo della Giunta provinciale.
La Provincia continua insomma ad investire nella qualità della pubblica amministrazione, consapevole che i servizi al cittadino possono migliorare valorizzando le competenze di chi tutti i giorni si adopera per il perseguimento del bene comune.
Premialità per chi si impegna di più, riconoscimento di professionalità specifiche come polizia locale, operatori socio-sanitari, ispettori ambientali e del lavoro, operatori centri per l’impiego, operatori del libro fondiario e catastali, part-time agevolato per chi è vicino alla pensione, aumento dei mesi di aspettativa per maternità in coerenza con la normativa nazionale, ampliamento e riattivazione della possibilità di progressione di carriera ed economiche: sono questi i principali temi che caratterizzano il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti della Pubblica amministrazione.
Il contratto collettivo si inserisce in una stagione, quella 2014-2018, caratterizzata da importanti novità per l’amministrazione trentina, fra cui: promozione del ricambio generazionale con l’assunzione di una settantina di giovani under 32, dello smart working come modalità di prestazione lavorativa che permetta di razionalizzare spazi e conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia (che in Provincia è stato diffuso ulteriormente e preso a riferimento come buona pratica a livello nazionale), digitalizzazione dei servizi al cittadino, efficientamento della struttura dei costi, delle nuove modalità di selezione della classe dirigente, nel processo di stabilizzazione degli operatori a tempo determinato (che operano nelle scuole dell’infanzia, nelle case di riposo, nei comuni e negli enti strumentali per un fabbisogno di 678 unità di personale su tutta la Pubblica amministrazione trentina secondo un piano concertato con le organizzazioni sindacali).