Alto Garda, ladri a Ledro, Bolognano e Arco: comunità esasperata

Redazione26/10/20255min

 

Ladri, paura e rabbia. Nell’Alto Garda e Ledro si respira un’aria pesante, fatta di porte chiuse, telecamere accese e chat di quartiere in fermento. Gli episodi di furti e tentati furti continuano a moltiplicarsi, creando un clima di forte allarme sociale che da settimane attraversa i paesi della valle come una scossa continua. L’ultimo episodio, a Mezzolago, come raccontato da un quotidiano locale, ha avuto i contorni di una vera e propria “caccia al ladro”.

Mezzolago, la notte dell’inseguimento nei boschi

È successo venerdì sera, racconta il quotidiano L’Adige, quando alcuni malviventi hanno tentato di entrare nell’abitazione di Cesare Rosa, consigliere comunale di maggioranza del Comune di Ledro. Approfittando dell’assenza del proprietario, i ladri hanno cercato di forzare una finestra del bagno. Ma il piano è saltato: l’allarme è scattato in tempo reale, con una notifica sul cellulare della vittima. Rosa, che in quel momento stava rientrando a casa e parlava al telefono con un amico poco distante, ha dato immediatamente l’allarme.

Nel giro di pochi minuti la zona si è mobilitata: carabinieri, agenti in borghese e numerosi residenti si sono lanciati nei boschi sopra Mezzolago per cercare di intercettare i ladri. Una caccia durata oltre un’ora, ma conclusa purtroppo senza esito.
«A me è andata bene, ad altri no», commenta Rosa, che oltre al sollievo per lo scampato pericolo lancia anche un monito politico: «È ora che si installino i sistemi di lettura targhe all’Ampola e a Biacesa. Se ne parla da anni, ma non si è mai fatto nulla. I cittadini hanno diritto alla sicurezza. Servono fatti, non chiacchiere».

 


 

Bolognano e Arco, la paura entra in casa

Solo pochi giorni prima, mercoledì sera, i ladri avevano colpito di nuovo, questa volta nella zona di Bolognano, frazione di Arco. Due abitazioni prese di mira nel centro storico e un terzo tentativo sventato per caso dalla padrona di casa, che ha visto le ombre muoversi nel proprio giardino.
Il bottino? Una ventina di euro. Ma la cifra, quasi simbolica, è irrilevante: ciò che resta è la sensazione di vulnerabilità, quella paura che serpeggia quando cala la sera.

I malviventi si sono arrampicati fino ai balconi del primo piano, forzando finestre e serramenti approfittando del buio e dell’assenza dei proprietari. «È ormai un copione che si ripete», commentano i residenti. E in effetti, negli ultimi tempi, la mappa dei furti si allarga: Dro, Arco, Ledro, come tappe di un’unica scia. Solo a Dro, la settimana scorsa, si sono contati una decina di colpi tra tentativi e furti riusciti, mentre ad Arco, in via Verona, due appartamenti delle case Itea sono stati visitati dai ladri con un bottino di circa 700 euro.

Un territorio sotto assedio

Il quadro è ormai chiaro: i colpi si ripetono con frequenza e con modalità simili, sempre al calar del buio, spesso ai piani alti, con movimenti rapidi e studiati. Segno che dietro queste incursioni potrebbe esserci una banda organizzata, capace di muoversi tra i diversi comuni dell’Alto Garda e Ledro sfruttando le vie di collegamento e le aree meno illuminate.

La popolazione è esasperata. Nei gruppi social locali e nelle assemblee di frazione si moltiplicano gli appelli a potenziare i controlli, installare telecamere e accelerare l’attivazione dei sistemi di lettura targhe promessi da tempo. Ma soprattutto, cresce la richiesta di una presenza costante delle forze dell’ordine sul territorio, con pattugliamenti più frequenti e coordinamento tra carabinieri, polizia locale e volontari.

L’urgenza di una risposta concreta

Quello che fino a qualche mese fa sembrava un fenomeno episodico si è trasformato in un problema strutturale di sicurezza pubblica. La paura di trovarsi i ladri in casa non è più un pensiero isolato: è diventata conversazione quotidiana nei bar, nei negozi, nelle famiglie.

Le istituzioni locali sono chiamate a dare risposte immediate. Perché l’Alto Garda e Ledro, terra di turismo e tranquillità, non può permettersi di convivere con la paura. (n.f.)