Rissa choc con la spranga fuori dall’Enaip: violenza che scuote Riva del Garda

Redazione15/10/20254min
RISSA FUORI SCUOLA ENAIP VARONE (10)

 

Una scena di violenza improvvisa, inaspettata, che ha scosso non solo una scuola, ma un’intera comunità. È quella avvenuta lunedì 6 ottobre all’esterno del Centro di Formazione Professionale Enaip di Varone, a Riva del Garda, quando un gruppo di giovani — tra cui due studenti dell’istituto — si è reso protagonista di una rissa che la direttrice Elisabetta Filippi non esita a definire “gravissima, mai accaduta prima.

L’episodio, ripreso in un video circolato in poche ore tra chat e social, mostra un’aggressione brutale: un ragazzo con il volto coperto da un passamontagna, armato di una sbarra di ferro, che colpisce un altro giovane. Una spedizione punitiva in piena regola, durata pochi minuti ma sufficiente a gettare sgomento tra studenti, famiglie e cittadini.

 

 

Doverosamente sono state chiamate le Forze dell’ordine per fermare quel gravissimo episodio – racconta la direttrice Filippi alla redazione de La Busa online – Gli agenti del Commissariato di Riva del Garda sono intervenuti subito e hanno avviato tutti gli accertamenti necessari.

La direttrice tiene però a chiarire alcuni punti: “Il fatto è avvenuto al termine delle lezioni e al di fuori delle pertinenze dell’istituto, ma ha coinvolto due nostri allievi, che fino a oggi non avevano mai mostrato problemi disciplinari. Le motivazioni? Non le conosciamo. Sappiamo che c’era stato un diverbio in mattinata, di cui non eravamo a conoscenza, e che purtroppo, una volta usciti da scuola, la situazione è degenerata.”

Secondo quanto emerso, due dei protagonisti non sono studenti del CFP, ma estranei alla scuola. “Hanno mostrato un’aggressività che ci ha lasciati sconcertati – aggiunge Filippi – ma tutto si è consumato in pochissimi minuti.”

 

 

L’istituto ha reagito con tempestività, prendendo provvedimenti severi ma anche educativi. “Il ragazzo che ha organizzato la rissa è stato allontanato in via definitiva – spiega Filippi – mentre l’altro studente ha ricevuto una sospensione accompagnata da un percorso di riflessione, seguito dalla coordinatrice scolastica, per aiutarlo a elaborare quanto accaduto. Non volevamo lasciarlo solo, ma fargli comprendere la gravità del gesto.”

Parallelamente, la scuola ha convocato le famiglie, organizzato consigli di classe dedicati e momenti di confronto con gli studenti. “La nostra condanna è ferma – sottolinea la direttrice – ma serve anche contestualizzare. Il tam-tam mediatico di questi giorni, spesso amplificato dalle chat dei genitori, non aiuta a comprendere. Non stiamo parlando di una scuola violenta: parliamo di un episodio isolato, che coinvolge una minima parte dei nostri 370 allievi. Tuttavia, come comunità educativa, non possiamo ignorarlo. Dobbiamo interrogarci tutti: scuola, famiglie, istituzioni. È un fatto che deve far riflettere.

Una riflessione che va oltre l’emozione del momento e chiama in causa il ruolo educativo della società nel suo complesso. “È successo tutto così rapidamente – conclude Filippi – che ancora oggi fatichiamo a comprendere le motivazioni. Ma una cosa è certa: si tratta di un fatto gravissimo, che condanniamo con assoluta fermezza. E che deve essere un monito per tutti noi. Perché l’educazione dei giovani non è mai un compito delegabile.
Nicola Filippi