Patti digitali ad Arco: l’assessore Mascher risponde alle perplessità

L’amministrazione comunale di Arco ha annunciato nei giorni scorsi l’adesione ai patti digitali di comunità, un progetto nazionale che punta a promuovere un uso più consapevole e responsabile degli smartphone tra bambini e adolescenti. La proposta è arrivata dal gruppo locale “Patti digitali, amicizia lunga” ed è stata subito raccolta dalla giunta guidata dal sindaco Fiorio.
Secondo l’assessore all’istruzione Mattia Mascher, la questione riguarda in modo diretto l’intera comunità:
«Il singolo genitore può poco di fronte a un fenomeno sempre più complesso, con enormi pressioni commerciali e sociali alle spalle. Per questo crediamo sia fondamentale affrontarlo come comunità educante, definendo insieme regole e limiti condivisi».
Il principio di base indicato dai patti digitali si fonda su dati scientifici e normativi: aspettare almeno fino alla fine della terza media per regalare uno smartphone personale, nel rispetto della legge che prevede i 14 anni come età minima per avere un account individuale.
Il dialogo con i cittadini
Sotto l’annuncio social dell’assessore, non sono mancate domande e osservazioni. Un concittadino, Matteo Ruffoni, ha espresso qualche dubbio:
«Capisco le motivazioni, ma qualcuno deve pur insegnare ad usare lo smartphone. Avrei preferito un po’ di confronto prima».
Mascher ha scelto di rispondere pubblicamente, chiarendo il percorso che l’amministrazione intende seguire:
«Capisco la perplessità e provo a fare un po’ di chiarezza. I patti digitali nascono da un progetto nazionale già frutto di un lungo confronto tra insegnanti, educatori, famiglie, ricercatori e associazioni. Le amministrazioni comunali possono poi declinarli a livello locale. Per noi non si tratta di imporre regole dall’alto, ma di uno strumento di relazione, comunicazione e divulgazione – e, perché no, anche di provocazione».
L’assessore ha poi annunciato un calendario di incontri pubblici:
8 ottobre: primo appuntamento con le agenzie educative del territorio (scuole, associazioni sportive, oratori, pediatri, asili nido e materne) per presentare il progetto e raccogliere suggerimenti.
Successivamente un incontro dedicato ai genitori.
A cadenza annuale, momenti di confronto anche misti, con genitori e figli insieme.
Attività specifiche alle scuole medie per avviare una riflessione condivisa sull’uso consapevole degli smartphone.
«Il nostro obiettivo – ha concluso Mascher – non è demonizzare la tecnologia in sé, ma accompagnare bambini e famiglie in un percorso di consapevolezza».
Un tema che interroga la comunità
La scelta di Arco si inserisce in un dibattito sempre più ampio sul rapporto tra giovani e strumenti digitali. L’adesione ai patti digitali non rappresenta dunque un punto d’arrivo, ma l’avvio di un percorso di confronto che coinvolgerà scuole, famiglie e realtà associative, con l’ambizione di costruire una rete educativa capace di condividere regole, responsabilità e strumenti.
(n.f.)