Arco, dubbi sull’incrocio del Ponte: Campobase e PD interrogano la Giunta Fiorio

Un incrocio delicato, al centro di un dibattito che torna ciclicamente a infiammare la politica locale. Via della Cinta, nel tratto che incrocia via Segantini e conduce verso Prabi, è tornata protagonista delle cronache cittadine dopo un articolo apparso su un quotidiano locale. Nell’articolo venivano riportate dichiarazioni dell’assessora Prandi circa la volontà dell’amministrazione di trasformare l’attuale attraversamento ciclabile in un semplice attraversamento pedonale.
Una prospettiva che ha subito suscitato perplessità nelle minoranze consiliari, tanto da portare i consiglieri Nicola Cattoi (Campobase), Gabriele Andreasi e Dario Ioppi (Partito Democratico) a presentare un’interrogazione indirizzata alla sindaca Arianna Fiorio e alla Giunta comunale.
Un nodo viabilistico complesso
L’incrocio di via della Cinta è da anni considerato uno dei punti più delicati della viabilità arcense: un crocevia frequentato da automobilisti, pedoni, ciclisti, bus e camper, a ridosso di aree strategiche come Cantiere 26, il Climbing Stadium, i campeggi, la piscina pubblica e le scuole. Nonostante la complessità dei flussi, sottolineano i consiglieri, proprio l’attraversamento ciclabile – oggi sotto esame – non avrebbe registrato incidenti significativi dalla sua apertura, a differenza di altri passaggi pedonali della città, alcuni dei quali teatro di episodi gravi.
Le dichiarazioni e i timori
Secondo le affermazioni attribuite all’assessora Prandi, la modifica dell’incrocio risponderebbe a esigenze di maggiore sicurezza. La soluzione prospettata comporterebbe l’obbligo per i ciclisti di scendere dalla bicicletta e attraversare a piedi, riducendo così la commistione dei flussi. Ma, secondo gli interroganti, una misura simile rischierebbe di mandare un segnale sbagliato: da un lato penalizzerebbe la mobilità ciclabile, tema che è stato “bandiera” della coalizione di governo, dall’altro potrebbe essere interpretata dagli automobilisti come un allentamento dei vincoli proprio in un’area già delicata, finendo per ridurre la tutela dei soggetti più vulnerabili.
Le richieste all’amministrazione
Nell’interrogazione, i consiglieri chiedono chiarimenti puntuali:
se le dichiarazioni della stampa corrispondano a una volontà politica effettiva;
su quali dati di traffico e incidentalità sia basata la scelta;
quali valutazioni tecniche abbiano spinto verso questa opzione;
se la misura faccia parte di un piano più ampio per la riorganizzazione della viabilità di via della Cinta e delle aree limitrofe, con relative tempistiche;
se siano state prese in esame alternative, come la separazione più netta tra piste ciclabili e flussi veicolari;
quali passaggi formali e momenti di consultazione con la cittadinanza siano previsti prima di qualsiasi decisione definitiva.
Una questione di mobilità sostenibile
Al di là della specifica modifica, la vicenda tocca un tema cruciale per Arco e per l’Alto Garda: come coniugare sicurezza, vivibilità e promozione della mobilità sostenibile. La zona di via della Cinta rappresenta infatti una delle porte di accesso alla città e, allo stesso tempo, un’area di forte vocazione turistica e sportiva.
L’impressione è che la discussione vada ben oltre la scelta di un attraversamento: in gioco c’è il modello di sviluppo urbano che Arco intende adottare, tra l’esigenza di fluidità per il traffico e la volontà – più volte ribadita – di incoraggiare spostamenti a piedi e in bicicletta. (n.f.)