Confcommercio incontra i Comuni: “Patto territoriale per salvare il commercio locale”

Il commercio dell’Alto Garda e Ledro non si arrende, ma anzi rilancia: tiene, evolve, e soprattutto chiede di essere ascoltato. È questo il messaggio forte e chiaro emerso dall’incontro svoltosi nei giorni scorsi nella sede di Confcommercio Alto Garda e Ledro tra il direttivo dell’associazione commercianti e gli assessori al commercio dei Comuni del territorio.
Un momento di confronto schietto e costruttivo, segnato dalla volontà condivisa di costruire una visione comune per il futuro del commercio locale: un commercio di prossimità che sia parte viva delle comunità, non solo motore economico ma anche presidio sociale e culturale.
All’incontro, promosso dalla sezione autonoma di Confcommercio Trentino guidata da Claudio Miorelli, hanno preso parte gli amministratori di Riva del Garda, Arco, Dro, Ledro, Nago-Torbole e Tenno. Assente giustificata la rappresentante di Drena.
Una rete commerciale viva, ma da sostenere
I dati presentati, elaborati dalla Camera di Commercio di Trento e da Gestel, fotografano un comparto che, pur con qualche fisiologico assestamento, dimostra una sorprendente capacità di tenuta: 916 le attività commerciali attive nel 2024, solo lo 0,7% in meno rispetto all’anno precedente, ma in aumento del 5,5% rispetto al 2011. Un dato significativo, specie se confrontato con il calo provinciale del 12,5% nello stesso arco di tempo.
Il cuore pulsante del commercio locale resta l’abbigliamento e la pelletteria (19,8%), seguiti da alimentari e bevande, prodotti artigianali e farmacie. L’intero settore occupa oltre 2.000 addetti, che diventano più di 10.000 nei periodi di alta stagione, a testimonianza di un’economia interconnessa con turismo e ristorazione.
Un nuovo progetto per il commercio locale
Nel corso della riunione è stato illustrato anche il nuovo progetto di rilancio, realizzato con il sostegno economico di Garda Dolomiti: cinque fasi – analisi iniziale, “mystery client”, valutazione delle imprese, studio del sistema e un piano operativo – per rafforzare il commercio di vicinato con strumenti concreti e un approccio integrato.
«Dobbiamo evitare che si diffonda la sensazione che il commercio di prossimità sia un modello superato – ha sottolineato Miorelli –. Serve invece un salto strategico, partire dalle esperienze virtuose e costruire risposte sistemiche».
Identità, coordinamento e rigenerazione urbana
Il presidente ha poi lanciato un appello accorato contro la “desertificazione commerciale”: «Non abbiamo bisogno di nuovi centri commerciali. Il 37% delle superfici attualmente è sfitto. Serve recuperare l’esistente, non consumare nuovo suolo». Critiche anche alla frammentazione urbanistica: «Serve più coordinamento tra Comuni. Non si può pianificare senza ascoltare il territorio».
Gli assessori hanno raccolto l’invito. La vicesindaca di Riva del Garda Barbara Angelini ha posto l’attenzione sul tema dei franchising e sulla necessità di tutelare l’identità commerciale dei centri storici. Da Arco, l’assessora Roberta Prandi ha chiesto di conoscere i dettagli del progetto per poterlo utilizzare nella programmazione comunale. Gli altri amministratori presenti hanno espresso la volontà di mantenere un dialogo costante con l’associazione, auspicando una regia sovracomunale per affrontare le sfide del settore in modo coeso.
Cipay, economia che resta sul territorio
Durante l’incontro è stata presentata anche Cipay, piattaforma digitale di benefit aziendali creata da Confcommercio: oltre mezzo milione di euro in buoni spesa già utilizzati nei negozi della provincia. «Un sistema che lascia ogni euro nel territorio, senza commissioni a piattaforme esterne – ha evidenziato Miorelli –. Così si sostiene davvero l’economia locale».
Un patto territoriale per un commercio che fa comunità
L’incontro si è concluso con un forte appello all’identità e alla responsabilità condivisa. «Non servono altre gallerie tutte uguali – ha detto Miorelli –. Servono negozi che raccontano il territorio, che sono parte della comunità. Per questo chiediamo un patto territoriale, ora».
Un commercio che guarda avanti, dunque. Che chiede meno burocrazia, più visione, e una politica che sia alleata nella tutela del territorio. Un commercio che non vuole solo sopravvivere, ma restare protagonista nella vita delle città e dei paesi dell’Alto Garda e Ledro.