Ospedale di Arco: inattivo il nuovo reparto Semi-intensiva, dibattito in Consiglio provinciale

Nicola Filippi06/04/20254min
20201102_DSC8832 OSPEDALE ARCO


 

Tornano le polemiche sull’ospedale di Arco, da anni al centro dell’attenzione politica e sociale della comunità dell’Alto Garda. A riaccendere il confronto è il destino del nuovo reparto di terapia semi-intensiva, annunciato nel 2023 e attualmente mai entrato in funzione. La vicenda, sollevata da una recente interrogazione in Consiglio provinciale, si inserisce in un contesto in cui la sanità locale è destinata a diventare uno dei temi principali in vista delle prossime elezioni comunali.

A chiedere chiarezza sulla situazione è stato il consigliere provinciale di Onda, Filippo Degasperi, che ha riportato l’attenzione su quanto annunciato nell’estate del 2023, quando una visita ufficiale dell’assessora alla salute Stefania Segnana, accompagnata dal sindaco di Arco Alessandro Betta e dall’assessora della Comunità di valle Tiziana Betta, aveva celebrato l’avvio dei lavori per la riconversione di dieci posti letto ad alta intensità di cure nel reparto di Pneumologia, situato al quinto piano dell’ospedale. L’intervento era stato presentato come un importante passo avanti nella modernizzazione della struttura, con l’acquisto di nuovi ventilatori, pompe, letti tecnologici e altre attrezzature sanitarie all’avanguardia.

 

 

A distanza di mesi, però, la realtà appare diversa. Il nuovo reparto, secondo le informazioni raccolte, non avrebbe mai visto la luce a causa della mancanza di personale medico e infermieristico necessario a garantirne l’operatività. Di fatto, l’area allestita sarebbe rimasta chiusa e le nuove attrezzature sarebbero state trasferite temporaneamente nel reparto preesistente, dove vengono attualmente utilizzate.

In risposta all’interrogazione, l’assessore provinciale alla sanità Mario Tonina ha spiegato che l’intervento rientra nel più ampio “Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera trentina”, approvato nel 2020 per aumentare la capacità di risposta del sistema sanitario in situazioni di emergenza, come durante la pandemia. Il costo complessivo dell’operazione è stato pari a circa 1,2 milioni di euro. Tuttavia, ha precisato che l’intervento non prevedeva un aumento dei posti letto complessivi, bensì una riconversione di quelli già esistenti.

Attualmente, la scelta di mantenere i pazienti nel vecchio reparto viene giustificata da esigenze logistiche e cliniche, legate al contesto epidemiologico attuale. Le dotazioni tecnologiche, mobili e facilmente ricollocabili, sarebbero a disposizione per un futuro utilizzo nell’area predisposta per la semi-intensiva, qualora se ne presentasse la necessità.

La questione dei servizi ospedalieri ad Arco riporta così alla ribalta un tema ricorrente nel dibattito pubblico locale. L’ospedale di Arco, che serve l’intero bacino dell’Alto Garda e Ledro, è stato negli anni oggetto di discussioni, manifestazioni e richieste di maggiore attenzione, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei servizi esistenti e il rafforzamento di reparti strategici.

In vista delle prossime elezioni comunali, il destino dell’ospedale e la qualità dell’assistenza sanitaria tornano quindi al centro dell’agenda politica. In un territorio fortemente legato al proprio presidio sanitario, ogni intervento – concreto o solo annunciato – viene seguito con grande attenzione da cittadini, operatori e forze politiche. La vicenda del reparto di semi-intensiva rappresenta, ancora una volta, lo specchio di una sfida più ampia: garantire una sanità territoriale efficiente, moderna e realmente accessibile.

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