«Il mio confine»: testimonianze ad Arco per il Giorno del Ricordo
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ARCO
Per il Giorno del Ricordo il Comune di Arco propone lunedì 10 febbraio all’auditorium di Palazzo dei Panni la proiezione del docufilm «Il mio confine» (2022, durata 50 minuti) e l’incontro con Anja Medved (regista) e Nadia Veluscek (regista, autrice e testimone): un’occasione preziosa per comprendere la divisione patita alla fine della Seconda guerra mondiale e proseguita durante tutti i decenni della Guerra fredda. Inizio alle 20.30, ingresso libero.
Anno 1947, 16 settembre: il confine si insinua tra le case e le vie, tra i campi e i giardini, tra le persone. Divide il mondo in due parti. Costituisce barriera e nel contempo sfida. Il videoracconto documentario è dedicato alle giovani generazioni, per cui il confine non ha mai rappresentato un problema, ma un fatto oggettivo, naturale, come l’Isonzo che vi scorre appresso. È dedicato alla generazione che l’ha vissuto quando si chiamava cortina di ferro; l’hanno accettata, ma come un ostacolo insormontabile. «Abbiamo dato voce soprattutto a quelli che sono nati quando questo mondo non era ancora diviso -spiega Nadja Veluscek- e le cui vite sono state segnate profondamente dal confine. Un loro messaggio rivolto a tutti quelli che vivono su qualsiasi parte di un qualsivoglia confine doloroso, soprattutto a quelle migliaia di individui che notte dopo notte attraversano questo confine con il desiderio insopprimibile di una vita migliore».
Da una parte Nova Gorica, costruita da zero all’indomani della Seconda guerra mondiale, una volta tracciato il confine divisivo tra Italia e Slovenia. Dall’altra Gorizia, centro culturale, amministrativo ed economico con una storia molto più antica. Attraverso il progetto GO! Borderless, che incarna l’obiettivo di far risuonare all’unisono il patrimonio di una città modernista con l’eredità di una città millenaria, un territorio transfrontaliero che coinvolge 27 comuni oltre al territorio cittadino di Gorizia/Nova Gorica è riuscito nell’obiettivo di superare i propri confini, in un percorso che è anche di riconciliazione. Grazie a questo ideale, Gorizia / Nova Gorica è stata riconosciuta città transfrontaliera della cultura europea per il 2025: un passo importante per riconoscere uno spiccato senso di coesione e uno sforzo comune di comunicazione tra due Paesi, due città e molte persone. Gorizia e Nova Gorica sono il risultato della spartizione dei territori fra i vincitori della Seconda Guerra Mondiale: una linea di confine tracciata senza guardare alla storia, alle vite di migliaia di persone che si sono trovate improvvisamente separate da territori, beni e altre persone che fino a quel momento erano parte integrante della loro vita. I due territori incarnano uno degli aspetti di quella “complessa vicenda del confine orientale” che portò alla tragedia delle foibe, alla diaspora dei profughi giuliani allontanati dalle loro terre, al dramma del “territorio libero” di Trieste. Lo sforzo attuale, attraverso progetti culturali come quello di GO!2025, è quello di trasformare la cicatrice di questo confine imposto senza considerazione per le popolazioni locali in un’occasione di riconciliazione, in un ponte culturale in grado di rafforzare il senso di appartenenza ad una nuova Europa.