Medaglia d’onore agli arcensi internati Ettore Cretti e Mario Turrini
Nel tardo pomeriggio di lunedì 27 gennaio a Palazzo Geremia a Trento il commissario del Governo Giuseppe Petronzi ha consegnato le medaglie d’onore ai familiari di nove ex internati militari trentini. Tra questi, due arcensi: Ettore Cretti e Mario Turrini.
La consegna della medaglia d’onore alla memoria di nove ex militari catturati in patria e sui fronti di guerra all’estero dopo l’8 settembre 1943, deportati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, si è svolta in chiusura della cerimonia istituzionale di commemorazione dell’ottantesimo anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, presenti il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, e altre autorità.
Per Ettore Cretti, internato militare in Germania dal 9 settembre 1943 all’8 maggio 1945, ha ritirato la medaglia d’onore la nipote Michela; per Mario Turrini, internato militare in Ucraina e in Germania dall’11 settembre 1943 al 16 aprile 1945, il figlio Romano. In entrambi i casi i familiari erano accompagnati dal sindaco Alessandro Betta, presente alla cerimonia anche l’assessore alla cultura Guido Trebo.
«Oggi più che mai credo sia importante interrogarci in modo serio sul significato di questa giornata – ha detto il presidente Fugatti – perché il rischio è che venga vissuta come un momento scontato, utile solo a sollevare la nostra coscienza rispetto a quello che è stato e a quello che accade nella nostra società. Tutti noi dobbiamo farci carico che la testimonianza di quanto accaduto possa essere tramandata, ascoltata, compresa, diffusa. Lo dobbiamo alle vittime, a coloro ai quali, prima ancora della vita, sono stati sottratti la libertà e la dignità di essere umani. Molti di loro appartenevano alle nostre comunità, al nostro territorio, espressione autentica di un popolo che ha saputo resistere e che oggi ci richiama alle responsabilità, dandoci la forza per guardare avanti».
Nel suo intervento il Commissario Petronzi ha ricordato, tra l’altro, l’opera straordinaria della storica rivana Maria Luisa Crosina, «che ha dedicato la propria vita a una intensa attività di ricerca sulla storia delle persecuzioni razziali».
Mario Cossali ha illustrato le vite dei nove insigniti, ricordando la storia degli internati militari, «persone con coscienza rifiutavano di servire sotto le bandiere del nazifascismo, dei resistenti prima ancora che perseguitati». Mentre Giuseppe Ferrandi ha inquadrato da un punto di vista storico gli accadimenti del 27 gennaio 1945.