Ciclovia del Garda: la Lombardia dice sì ai battelli ibridi, appello a Trentino e Veneto
“Stop alla Ciclovia del Garda, la Regione sceglie il battello”: usiamo il titolo del “Giornale di Brescia” per raccontare un’importante novità in tema di viabilità alternativa e progetti interregionali. L’argomento è arcinoto: la costruenda Ciclovia del Garda, quell’anello ciclopedonale di 160 chilometri che unirà le tre sponde del lago di Garda. Un progetto voluto fortemente dal Ministero, ma che sta oggettivamente riscontrando delle difficoltà costruttive. E soprattutto sta lievitando nei costi. Per costruire il terzo lotto della Ciclovia, quello da Gardone Riviera a Limone sul Garda, la Regione Lombardia ha deciso di abbandonare la realizzazione dell’opera in roccia e investire sui collegamenti intermodali, con l’acquisto di imbarcazioni ibride, accogliendo così le istanze territoriali di tutela ambientale e paesaggistica. Un investimento da dieci milioni di euro.
Ovviamente, le reazioni positive non si sono fatte attendere.
“Il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda ringrazia tutti gli esponenti lombardi sia politici regionali che locali e le categorie economiche che hanno contribuito a questa svolta nella progettazione ed esprime la propria soddisfazione per l’accoglimento delle proposte in tal senso avanzate anche dalle associazioni e dei comitati facenti parte del Coordinamento – commentano – Il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda, nell’apprezzare la scelta lungimirante della Regione Lombardia, chiede pertanto che Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento la condividano, sospendendo i lavori e raccordandosi già per la stagione 2025 con Regione Lombardia per la prosecuzione della navigazione dedicata ai ciclisti in tutto l’Alto Garda”.
Anche Filippo Degasperi, consigliere provinciale e regionale di Onda, plaude alla svolta ambientalista della Regione Lombardia.
“Come da noi sempre sostenuto fin dal 2017, il tratto della cosiddetta ciclovia tra Riva del Garda e Limone, considerati i costi faraonici e i rischi doveva essere realizzato tramite l’intermodalità assicurata dai battelli – spiega il consigliere Degasperi – Questa proposta ha sempre ricevuto bocciature, sia dalle allora amministrazioni di Centrosinistra che dalle attuali di Centrodestra. Fortunatamente apprendiamo dalla stampa che in Lombardia, forse più attenti al denaro pubblico e disponibili al confronto, la scelta sarà quella di utilizzare proprio i battelli per collegare Limone con Gardone e chiudere l’anello. La prova evidente che la nostra proposta era ed è valida anche per il Trentino ma che purtroppo per il presidente Fugatti, la sua sindaca Santi e il fido commissario buttare 80 milioni di euro per 5 km di passerella non è un problema”.