Chico Forti colpevole? Lo zio Gianni: “Una penosa, meschina e infamante polemica”
Giovedì 3 ottobre c’è stata a Trento la presentazione del libro ”Le bugie di Chico – L’ergastolano che ci ha ingannati per vent’anni” da parte dell’autore Marco Strano, che racconta la sua tesi colpevolista contro Chico Forti, detenuto per 24 anni a Miami con l’accusa di omicidio e da pochi mesi trasferito in Italia grazie all’interessamento della premier Giorgia Meloni (leggi l’articolo). In merito a quanto raccontato dall’autore romano, amico dei poliziotti di Miami, e le pesanti offese rivolte al surfista trentino, abbiamo chiesto l’opinione allo zio Gianni che fin dall’arresto del nipote si occupa della ricerca delle prove di innocenza e di sensibilizzazione per la sua scarcerazione che hanno portato al tanto sospirato trasferimento a Verona.
Chico ha scontato 24 anni di carcere a Miami per un delitto che, secondo le prove che lei ha raccolto, è innocente. Cosa pensa delle pesanti dichiarazioni di Strano?
“Rispondo con difficoltà e tristezza, ma voglio porre fine alla penosa e meschina polemica messa in piedi da Marco Strano, perché credo che non valga più la pena ribattere alle sciocchezze pronunciate alla presentazione del suo infamante libro”.
Perché non ha partecipato alla serata?
“L’ho seguito in streaming per essere sicuro che non mi venisse riportato il suo intervento in modo inesatto. Non ho ricevuto alcun invito né da lui né dalla sua organizzazione ma, in tutti i casi, avrei seccamente rifiutato perché non ho alcun desiderio di un confronto con un individuo del genere”.
Lei ha scritto più libri e rilasciato decine di interviste dove ha esposto, documenti alla mano, tutte le incongruenze delle indagini. Ma le “bugie” di Chico sono state l’argomento principale della serata.
“Strano ha detto che in America mentire è una cosa gravissima e per questo la giuria non ha avuto dubbi nel ritenerlo colpevole. Ricordo però a Strano che Chico ha mentito una sola volta sull’incontro con Dale Pike quando la polizia lo voleva incastrare raccontandogli la bugia che era morto anche il padre della vittima, ritrattando e raccontando la verità il giorno seguente. Dopodiché non ha più parlato, né con la polizia, né al processo dove non è stato nemmeno chiamato alla sbarra. Quello che mi sento di affermare, invece, è che Strano ha mentito mille volte, sia nella presentazione che nel suo libro”.
Dopo un quarto di secolo di indicibili sofferenze e dopo l’insperato rientro in Italia di Chico, la vostra famiglia sperava di poter trovare un po’ di pace e di buttarsi tutto dietro le spalle per cominciare una vita un po’ più serena, confidando che presto Chico possa raggiungere quella libertà che gli è stata ingiustamente negata per metà della sua vita.
“Dal nulla è saltato fuori questo Strano che ha pensato bene di riaprire le nostre ferite fino a farle divenire purulente, senza farsi alcuno scrupolo. Non lo fa per cercare visibilità o speculazione? Allora deve essere afflitto da qualche mania persecutoria. Non c’è altra spiegazione, a meno che non goda veder crepare in carcere Chico Forti. In tutti i casi, io non parlerò più di questo individuo, perché lo disprezzo con tutto me stesso. L’egregio carabiniere, poliziotto, scrittore, oratore, criminologo, psicologo e scienziato continui pure la sua campagna colpevolista contro Chico. Non me ne importa più nulla!”.