Costruendo teatro di Arco: “Perché lo avete fatto sotto terra?”
Una proposta per il recupero dell’ex sanatorio Quisisana di Arco arriva da Letizia Vicari, rappresentante del gruppo politico Onda, dopo aver letto sul portale “la Busa” la notizia del sopralluogo dei consiglieri comunali nell’auditorium/teatro ipogeo di via Battisti. Le infiltrazioni d’acqua, nella parte inferiore del teatro, stanno creando non poche apprensioni all’amministrazione, come ci ha spiegato dal vicesindaco Zampiccoli. Da questo elemento di criticità, prende spunto il lungo intervento di Vicari.
“Come mai nel vecchio compendio del Quisisana non erano presenti interrati così profondi – si chiede la rappresentante di Onda – Qualcuno se l’è mai chiesto? Testimonianze accertano la presenza di una fitta sotterranea che passa proprio in quella zona rendendo il terreno particolarmente insidioso per nuove opere, soprattutto se realizzate in profondità”.
Invece di scavare ed edificare ex novo, continua Vicari, sarebbe stato importante recuperare l’edificio che si affaccia su viale Capitelli. Avrebbe evitato pesanti criticità. Ora l’ex sanatorio Quisisana “è una spettrale, ma affascinante presenza che contraddistingue il volto della città e ne fa ricordare un passato non così lontano intrecciato con popolazioni germaniche e austriache”, scrive ancora Vicari. La quale sposta lo sguardo sulla vicina Villa Elena: “Due edifici non salvaguardati né protetti”. “Una usata come parcheggio e l’altro che risulta deposito dei materiali del nuovo Auditorium. Questa moderna costruzione, del tutto disarmonica rispetto ai due edifici antichi vicini, ha occupato il bellissimo parco con le sue alberature secolari creando uno sfregio alla bellezza del sito. E nella mia ingenuità mi chiedo: siamo sicuri che serva in Busa un nuovo auditorium, visto che Riva sta costruendo un nuovo teatro? Forse, con un po’ di visione sovracomunale, si poteva evitare un doppione, impiegando i quasi 10 milioni che alla fine si spenderanno per l’auditorium per risanare ad esempio il Quisisana”.
Sull’ex sanatorio il Comune di Arco ha chiesto e ottenuto dalla Provincia di cambiare la destinazione d’uso, per un partenariato pubblico/privato, atto a a costruire residenze per anziani (ancora fermo). Vicari (Onda) suggerisce “di realizzare alloggi a canone concordato per la cittadinanza, a piano terra realizzare studi medici o studi professionali per i tanti professionisti, ma che hanno costi altissimi per iniziare la loro carriera – conclude – I posti auto al servizio dell’edificio possono essere ricavati sul contiguo lotto entrato in possesso del Comune a seguito della variante 15”. Vicari teme che “queste due strutture avranno il triste destino di continuare ad essere abbandonate”. Anche se rappresentano le nostre radici.